Roma, 1 maggio 2014 - Milioni di persone sono scese in piazza oggi in tutto il mondo, in occasione del primo maggio: dai paesi dell’Asia - come Cambogia, Malesia, Indonesia, Taiwan, Hong Kong e Singapore - dove i sindacati hanno indetto manifestazioni per chiedere salari e condizioni lavorative migliori fino alla Francia e alla Spagna. A Mosca si è tenuta la tradizionale sfilata sulla Piazza Rossa, che si svolge sin dai tempi dell’Urss e che sarà occasione per una prova di orgoglio russo nel pieno della crisi ucraina.

SCONTRI  IN TURCHIA - Disordini a Istanbul dove la polizia ha disperso a colpi di cannone ad acqua e gas lacrimogeni alcune centinaia di manifestanti che avevano tentato di radunarsi in piazza Taksim, sfidando il divieto di tenere manifestazioni del primo maggio nel luogo divenuto simbolo della protesta anti-governativa. Almeno 138 persone sono state arrestate e 51 ferite in modo lieve. Lo rende noto l’Associazione degli avvocati progressisti. La maggior parte dei feriti sono stati intossicati dai gas lacrimogeni. le forze dell’ordine sono intervenute in alcuni quartieri di Istanbul per disperdere gruppi di manifestanti che tentavano di raggiungere piazza Taksim.

MOSCA, LA PIAZZA ROSSA - Il Primo maggio torna sulla piazza Rossa a Mosca, per la prima volta dal 1991, quando il collasso dell’Unione sovietica finì per relegare nelle vie secondarie della capitale una delle manifestazioni-simbolo del regime comunista. Sull’onda dell’eccitazione nazionalista per l’annessione della Crimea e dei fatti di Ucraina, oltre 100.000 persone, secondo la polizia, sono sfilati, sventolando le bandiere con i colori della Russia e dietro striscioni che lodavano il capo del Cremlino: "Putin è nel giusto", "Sostegno al nostro presidente" e "orgoglio della nazione", sono solo alcuni degli slogan che i sindacati hanno fatto far risaltare, lasciando in ombra la preoccupazione per le condizioni economiche e sociali in cui vivono tanti lavoratori nella Federazione.


GRECIA - Si sono svolti in modo pacifico i numerosi cortei organizzati in occasione del primo maggio in Grecia. Oltre 15mila persone hanno partecipato a marce nel centro di Atene, protestando contro le misure di austerità. Cortei si sono tenuti anche a Salonicco. Il più grande sindacato greco, Gsee, denuncia che le misure imposte in cambio del salvataggio internazionale abbiano “distrutto 100 anni di sforzi” affermare i diritti del lavoro. Da quando sono stati introdotti tagli alle entrate e ai benefit, il sindacato Gsee ha organizzato 37 scioperi generali.

MAROCCO - Il primo maggio ha segnato una piccola conquista per i lavoratori in Marocco. Qui, alla vigilia della festa del lavoro, forse anche per mantenere pacifici i cortei, il governo ha annunciato un aumento del salario minimo del 10%. La decisione, che giunge dopo un anno di relazioni difficili fra sindacati ed esecutivo a causa del programma di austerità, prevede un primo innalzamento del 5% da giugno, e un secondo aumento del 5% l’anno dopo. Il salario minimo del settore pubblico sarà innalzato a 370 dollari al mese.


CAMBOGIA - Scontri e feriti in Cambogia. A Phnom Penh le forze di sicurezza hanno picchiato i dimostranti in piazza dopo che una manifestazione per il primo maggio ha sfidato il divieto di protestare nella capitale. Secondo il gruppo per i diritti umani Licadho almeno cinque persone sono rimaste ferite. Testimoni hanno raccontato che poliziotti ausiliari armati di mazze, spesso assoldati dal governo contro le proteste, hanno attaccato i circa mille dimostranti dopo che i leader dell’opposizione avevano arringato la folla e lasciato il luogo della manifestazione. Il divieto è in vigore da gennaio, a seguito delle proteste dei lavoratori che chiedevano un aumento del salario minimo e dimostrazioni dell’opposizione contro l’esito delle elezioni dello scorso luglio.

BANGLADESH E MALESIA - In Asia decine di persone sono scese in piazza anche in Iraq, a Baghdad, perlopiù membri del Partito comunista iracheno. Inoltre a Hong Kong centinaia di dimostranti hanno chiesto un miglioramento delle condizioni di lavoro e che il governo riduca il numero delle ore lavorative. In Bangladesh invece, a un anno dal crollo della fabbrica Rana Plaza in cui morirono oltre 1.100 lavoratori, migliaia di operai, molti dei quali del settore tessile, sono scesi in piazza per chiedere di condannare a morte il proprietario dello stabilimento. ‘Vogliamo l’esecuzione di Sohel Rana’ e ‘Niente più morti nelle fabbriche’, si leggeva sui cartelli. E in Malesia il corteo pacifico di Kuala Lumpur ha protestato soprattutto contro la nuova tassa su beni e servizi che il governo intende introdurre dal prossimo aprile per far salire le entrate e ridurre il debito.

NIGERIA - Anche in Nigeria si festeggia la giornata del Lavoro, ma le lacrime per le ragazze rapite e ancora non ritrovate hanno fatto da protagonista nelle manifestazioni di sindacati, parlamentari e ong. A Maiduguri, una processione pacifica ha sfilato per le strade per protestare contro l’incapacità del governo di liberare le liceali scomparse da due settimane e nelle mani dei ribelli di Boko Haram. Manifestazioni simili anche a Kaduna, nel nord ovest del Paese, dove la protesta è stata guidata dal presidente del Nigeria Labour Congress, Comrade Titus Ali Abana.”Oggi - ha detto Abana - è il primo maggio giorno che celebra i lavoratori in tutto il mondo. Sfortunatamente i lavoratori dello stato di Borno non sono in vena di festeggiare perché le nostre vite sono in pericolo e per via del dolore legato all’incertezza sulle ragazze rapite”. A Kaduna, ong, studenti, religiosi, avvocati e donne si sono riuniti a Murtala Square, gridando e sventolando striscioni con sopra scritto: “Rivogliamo le nostre ragazze, salvatele”.


CUBA - Anche a Cuba, infine, grandi marce per la festa del lavoro. Migliaia di persone si sono raccolte a Plaza de la Revolucion all’Avana gridando ‘Lunga vita alla rivoluzione’ a ritmo di conga e tamburi. Ad affollare la piazza c’erano anche medici in camici bianchi, dipendenti governativi in uniforme e operai, che sventolano bandiere cubane e portano cartelli che rendono onore a Fidel e Raul Castro, a Ernesto Che Guevara e all’ex presidente del Venezuela Hugo Chavez.