Slaviansk (Ucraina), 3 maggio 2014 - L’autoproclamato sindaco di Slavyansk, leader dei locali separatisti filorussi, Slovyansk Vyacheslav Ponomaryov, ha annunciato la liberazione del team di ispettori militari dell’Osce (l’Organizzazione per la Sicurezza e la cooperazione in Europa) catturati dai miliziani. “Sono seduti nel mio ufficio. Sto parlando loro e sto per rilasciarli”. Ponomaryov ha aggiunto che la decisione non ha a che fare con la situazione di alta instabilità nell’area: “Li voglio liberare”, ha spiegato. “Sono miei ospiti e non voglio che rimangano feriti”. Nelle mani del miliziani filorussi da una settimana ci sono sei ispettori militari europei e il loro interprete.

L’Ucraina intanto non si ferma: il governo di Kiev ha reso noto che le operazioni militari contro i separatisti filorussi nell’est del Paese continuano e, dall’alba, le truppe sono in azione nei pressi di Kramatorsk. Il ministro dell’Interno, Arsen Avakov, ha precisato che l’esercito ha preso il controllo di una torre della televisione della città, che si trova non lontano da Slaviansk, la città dove IERI è cominciata l’operazione di Kiev per ‘domare’ i ribelli; da Kiev comunque per ora nessuna informazione su eventuali vittime. “La fase attiva delle operazioni è continuata all’alba”, ha scritto il ministro sulla sua pagina Facebook, “non ci fermeremo”. Nel corso della notte anche i media russi avevano dato notizia di combattimenti nei pressi di Kramatorsk, e avevano citato fonti ospedaliere che parlavano di una vittima e 9 feriti.

Il responsabile del centro anti-terrorismo ucraino ha confermato che sono in corso pesanti combattimenti nella città di Kramatorsk. “Ci sono spari e scontri in tutta Kramatorsk”, ha detto senza aggiungere molti dettagli nel corso di una conferenza stampa. “Quel che abbiamo di fronte nella regione di Donetsk non è una semplice rivolta di breve durata, in realtà è una guerra”. Poco prima, anche il ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov, aveva scritto su Facebook che nelle strade di Kramatorsk sono in corso pesanti combattimenti tra l’esercito e i miliziani filorussi. “Avanziamo a Kramatorsk. Sotto l’intenso fuoco terrorista. Sono in corso combattimenti”.

SLAVYANSK - Viaceslav Ponomariov ha anche affermato che in nottata sono morti oltre 10 civili del vicino villaggio di Andreievka che tentavano di bloccare un corteo di auto degli ultra nazionalisti di Pravi Sektor. Ci sono anche 40 feriti, ha aggiunto. 

BILANCIO ODESSA - È salito ad almeno 42 morti il bilancio degli scontri scoppiati ieri a Odessa. Lo riferisce il ministero dell’Interno ucraino, senza fornire ulteriori dettagli. I combattimenti sono cominciati per strada tra manifestanti filorussi e sostenitori del governo di Kiev; poi i filorussi si sono rifugiati nella sede di un sindacato, ma l’edificio è stato dato alle fiamme con bombe molotov lanciate dalle finestre. Negli scontri in strada sono morte tre persone, secondo quanto aveva fatto sapere ieri la polizia. Nell’incendio invece, il ministero per le Emergenze fa sapere che sono morte almeno 36 persone. Non è chiaro quali siano i conteggi del ministero dell’Interno, che portano appunto a 42 il bilancio complessivo dei morti. La polizia ha invitato oggi alla calma dopo le violenze.

CREMLINO - Per il Cremlino è “assurdo” parlare di elezioni in Ucraina dopo la tragedia di Odessa e l’escalation nel sud-est. “Dopo quello che è successo a Odessa, sullo sfondo dell’aperta spirale di conflitto nel sud-est del Paese, non capiamo di che elezioni stanno parlando Kiev, le capitali europee e Washington”, ha detto Peskov, portavoce di Putin. Mosca - ha aggiunto Peskov - ha perso effettivamente la sua influenza sulle forze di autodifesa del sud-est ucraino e non può risolvere la situazione da sola.

LAVROV A KERRY - In una telefonata con il segretario di Stato Usa John Kerry, il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov ha invitato gli Usa “ad usare tutta la loro influenza per costringere” Kiev “a cessare immediatamente le azioni belliche nelle regioni sud-orientali ucraine, a ritirare le truppe e a liberare i partecipanti alle manifestazioni di protesta”.