Agrigento, 12 maggio 2014 - Duecento migranti li hanno salvati le navi italiane e i mercantili dirottati in zona, 14 li hanno recuperati già cadaveri, molti altri, probabilmente altri 200, sono già in fondo al mare se è vero che sul barcone erano in quattrocento: l'ennesima strage di migranti si compie a 40 miglia dalle coste della Libia, a pochi giorni di distanza da un altro naufragio costato la vita a una quarantina di persone partite dalle coste orientali del paese nordafricano.

ITALIA SOLA -  Segno che, probabilmente, non bastano più gli sforzi che il nostro Paese sta facendo con Mare Nostrum ed occorre, invece, mettere in piedi una missione internazionale per tentare di bloccare i trafficanti di morte e consentire alle migliaia di richiedenti asilo che si trovano in Libia di poter presentare le domande in quel paese.

ORE CONVULSE -  La notizia del naufragio comincia a circolare attorno alle 13, quando un Atr della Guardia Costiera raccoglie l'sos lanciato da un'imbarcazione in difficoltà. I migranti si trovano ad un centinaio di miglia a sud di Lampedusa, più vicini alle coste libiche che a quelle italiane, nei pressi di una piattaforma petrolifera.

NAUFRAGIO - Cosa sia accaduto lo racconteranno nelle prossime ore i migranti che si sono salvati: quel che è certo è che il barcone è affondato. E non è affatto escluso che si possa esser verificato quel che il direttore dell' Immigrazione del Viminale Giovanni Pinto aveva riferito poco meno di dieci giorni fa al Parlamento: dalla Libia, disse citando informazioni d'intelligence, partono sempre più spesso imbarcazioni fatiscenti perché i trafficanti di morte sanno che le navi italiane vanno a prendere i migranti fin quasi al limite delle acque territoriali libiche. 

CENTRO ASTALLI -  Padre Giovanni La Manna, presidente del centro dei gesuiti per i rifugiati, dice "basta morti in mare" e chiede all'Ue di "garantire l'accesso al diritto d'asilo in sicurezza". Il Centro ribadisce anche l'urgenza di creare canali umanitari per permettere a chi fugge da conflitti e persecuzioni di chiedere asilo in Europa."Basta morti in mare! Si abbia il coraggio e la dignità di salvare le vite di quanti scappano da guerre e regimi dittatoriali - afferma padre La Manna -. Oggi è impossibile per i migranti giungere in Europa senza essere sfruttati dai trafficanti e rischiare la vita sui barconi. Salvare vite umane e' un dovere, oltre che una questione di giustizia".

SGOMENTO UE - "Scioccata dalla nuova tragedia" del naufragio di migranti al largo di Lampedusa, la Commissaria Ue agli Affari Interni, Cecilia Malmstrom, fa un appello agli Stati membri perché "mostrino solidarietà concreta per ridurre i rischi che tali tragedie succedano ancora" e, sugli impegni presi nell'ambito del piano di azione messo a punto dalla Commissione, "trasformino le parole in fatti". Per questo, Malmstrom invita i 28 a "una discussione formale in occasione del prossimo consiglio Affari interni su come gli Stati intendano contribuire concretamente ad affrontare le sfide migratorie e delle politiche di asilo nel Mediterraneo".

ALFANO ATTACCA - "L'Europa non ci sta aiutando a soccorrere queste persone, si faccia carico di accogliere i vivi", dichiara il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. I migranti "ai quali l'Italia riconoscerà il diritto d'asilo - spiega Alfano a margine di un convegno del Nuovo Centrodestra a Bologna in vista delle prossime elezioni europee - saranno mandati in Europa, se ci vogliono andare: l'Italia non puo' diventare la prigione dei rifugiati politici". Rispondendo a chi critica il governo sulle politiche dell'immigrazione, il leader del Nuovo Centrodestra sottolinea: "A quelli che in Italia ci attaccano perché facciamo il soccorso ed evitiamo i morti noi chiediamo, di fronte a questi altri morti, di passarsi una mano sulla coscienza".

RENZI - "Ha ragione Alfano, l’Europa ci lascia soli, ma non può salvare gli stati, le banche e poi lasciare morire le madri con i bambini", dice Matteo Renzi a Quinta Colonna su Retequattro, sul dramma immigrazione. Gli interventi Mare nostrum "li devono fare anche gli altri paesi europei", ha aggiunto il premier che ha incalzato "tutte le istituzioni europee a impegnarsi: non devono girarsi dall’altra parte"

INTERVENTO LIBIA - Sempre oggi le autorità libiche hanno intercettato e salvato altri 340 migranti mentre nell' imbarcazione su cui si trovavano iniziava ad entrare acqua subito dopo la partenza nelle vicinanze della citta' costiera occidentale di Sabratha. I 340 sono stati trasportati in una scuola vicino Zawiya, ad ovest di Tripoli, prima di essere trasferiti in un centro di detenzione in Libia. Tra i tratti in salvo 40 donne e 13 bambini la maggior parte sudanese ed eritrei. Il portavoce della marina libica, il colonnello Ayub Kassem, ha speicificato che la barca con i 340 è stata intercettata da una pattuglia a 35 km a largo tra Sabratha e Zuwara, vicino al confine con la Tunisia alle 6 di stamane. Ieri un'imbarcazione carica di migranti era affondata al largo delle coste di Tripoli. Il bilancio delle vittime, ha riferito il governo libico, è di almeno 40 morti. I soccorsi sono riusciti a salvare 51 persone, ha detto Rami Kaal, portavoce del ministero dell’Interno.

A PORTO EMPEDOCLE 61 MINORI SENZA PARENTI - Si sono intanto concluse la scorsa notte le operazioni di sbarco a Porto Empedocle (Agrigento) di 97 immigrati somali, dei quali 61 minori non accompagnati e 16 donne, comprese 5 incinte di cui una al nono ed una all’ottavo mese. Erano stati recuperati dal pattugliatore “Vega” della Marina militare nell’ambito del dispositivo “Mare nostrum”. In precedenza a Porto Empedocle erano giunti 340 extracomunitari prelevati dal pattugliatore “Peluso” della Guardia costiera e altri 67 col traghetto di linea European Voyager da Lampedusa. L’arrivo della “Vega”alla banchina Todaro è stato assistito dalla sala operativa della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Porto Empedocle, hanno avuto luogo presso la banchina Todaro.