Gerusalemme, 26 maggio 2014 - Ultimo giorno in Terra Santa per Papa Francesco, che questa mattina ha visitato la Spianata delle Moschee a Gerusalemme. L’auto del Pontefice si è fermata all’ingresso della Cupola della Roccia, dove Bergoglio è stato accolto dal Gran Mufti e dal direttore del Consiglio per la custodia dei ben degli enti islamici. In serata il Papa è ripartito per Ciampino

"RISPETTO, NO VIOLENZA IN NOME DELLA FEDE" - E proprio dalla spianata delle Moschee, luogo simbolo della controversia israelo-palestinese, Bergoglio ha lanciato "un accorato appello a tutte le persone e le comunità che si riconoscono in Abramo: rispettiamoci ed amiamoci gli uni gli altri come fratelli e sorelle! Impariamo a comprendere il dolore dell’altro!". "Nessuno - ha ammonito con voce grave il Papa - strumentalizzi per la violenza il nome di Dio!". E ancora: "Lavoriamo insieme per la giustizia e per la pace!".

PREGHIERA AL MURO DEL PIANTO - Dopo la visita alla Spianata delle Moschee, Papa Francesco ha raggiunto il 'Muro del Pianto' dove è stato accolto dal rabbino capo e gli è stata descritta la storia di questa antica vestigia, residuo del Tempio di Davide del quale fino al 1967 era visibile solo una porzione di 60 metri perché vi era stato costruito un quartiere. Il Pontefice ha sostato da solo davanti al Muro, ha poggiato la mano sulle pietre e vi ha posto un biglietto con su scritto "sono venuto a pregare e ho chiesto al Signore la grazia della pace". Poi si è raccolto in preghiera silenziosa per alcuni minuti.

CAMBIO DI PROGRAMMA - C'è poi stato un cambio di programma: dopo aver deposto una corona di fiori sulla tomba di Teodoro Herzl, il Pontefice ha reso omaggio alla stele in ricordo delle vittime israeliane del terrorismo nelle immediate vicinanze. La visita è avvenuta su richiesta del premier Benyamin Netanyahu.

VISITA ALLO YAD VASHEM - Papa Francesco si è quindi spostato al Memoriale della Shoah dello Yad Vashem, dove ha acceso il braciere e si è nuovamente chiuso in preghiera silenziosa. Toccante il discorso che ha poi pronunciato. "Dove sei, uomo? Dove sei finito?", ha detto Bergoglio con un chiaro riferimento a 'Se questo è un uomo' di Primo Levi. "In questo luogo, memoriale della Shoah, sentiamo risuonare questa domanda di Dio: 'Adamo, dove sei?'. In questa domanda c'è tutto il dolore del Padre che ha perso il figlio. Il Padre conosceva il rischio della libertà; sapeva che il figlio avrebbe potuto perdersi. Ma forse nemmeno il Padre poteva immaginare una tale caduta, un tale abisso! Quel grido: 'Dove sei?', qui, di fronte alla tragedia incommensurabile dell'Olocausto, risuona come una voce che si perde in un abisso senza fondo", ha continuato. "Signore, salvaci da questa mostruosità - ha proseguito il Pontefice -. Dacci la grazia di vergognarci di ciò che, come uomini, siamo stati capaci di fare". "Mai più, Signore, mai più!", ha invocato. Bergoglio ha anche incontrato alcuni ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento, a cui ha baciato le mani e con cui si è fermato a parlare.

PAPA RIPARTITO PER CIAMPINO - L’aereo della El Al, compagnia di bandiera israeliana, con a bordo Papa Francesco, è decollato dall’aeroporto internazionale di Tel Aviv poco dopo le 20.20 (le 19.20 in Italia). L’arrivo a Roma Fiumicino è previsto per le 23 ore italiane. Alla scaletta dell’aereo, Jorge Mario Bergoglio è stato salutato dal presidente israeliano Shimon Peres e dal premier Benjamin Netanyahu. “Bon voyage, we pray for you, you pray for us” (buon viaggio, noi preghiamo per lei, lei preghi per noi), ha detto Netanyahu al Papa. Le telecamere hanno ripreso il Papa che, appena seduto a bordo, si è messo a leggere i giornali.

SUL VOLO DI RITORNO - "La pedofilia è un problema grave. Un sacerdote che fa questo tradisce il corpo del Signore, come nelle messe nere”. Lo ha detto il Papa sul volo dalla Terra Santa annunciando che sugli abusi “non ci saranno privilegi”. “Oggi ci sono tre vescovi sotto indagine e si sta studiando la pena: si deve andare avanti, tolleranza zero”.

La prossima settimana, il 6 o il 7 giugno, Papa Francesco celebrerà a Santa Marta una messa con un gruppo di otto vittime della pedofilia provenienti da vari Paesi tra cui Germania, Inghilterra, Irlanda, accompagnati dal card. O’Malley. Lo ha annunciato il Papa sul volo di ritorno dalla Terra Santa.

“Un vescovo di Roma che sente le forze venire meno deve farsi le stesse domande di Benedetto XVI”, ha detto Papa Francesco durante il volo dalla Terra Santa. Per il pontefice, Ratzinger “non è un caso unico: ha aperto la porta dei Papi emeriti, che prima non c’erano”.

Alla domanda dei giornalisti se lui stesso, nel caso dovesse sentire venir meno le forze, farebbe la stessa scelta di Benedetto XVI, Bergoglio ha risposto: “farò quello che il Signore mi dirà di fare: quindi pregare e cercare la volontà di Dio”.

“Il celibato sacerdotale non è un dogma di fede, ma una regola di vita che io apprezzo tanto: un dono per la Chiesa”. “Per una discussione ci sono le porte aperte - ha aggiunto - ma in questo momento sono altri i temi sul tappeto”.

La causa di beatificazione di Pio XII “è aperta, io mi sono informato, ma ancora non c’è nessun miracolo. Se non ci sono miracoli non possiamo andare avanti”. Lo ha detto Papa Francesco ai giornalisti durante il volo di ritorno dalla Terra Santa. “Dobbiamo guardare alla causa nella sua realtà - ha aggiunto - ed è questa: non ci sono miracoli, quindi non può andare avanti”.

“L’incontro in Vaticano sarà un incontro di preghiera, non servirà per fare una mediazione. Ci riuniremo a pregare. Poi ognuno tornerà a casa”. Lo ha spiegato papa Francesco in merito all’incontro di pace con il presidente israeliano Shimon Peres e quello palestinese Abu Mazen, da lui invitati in Vaticano. “Ci sarà un rabbino, un islamico, ci sarò io”, ha detto il Papa ai giornalisti sul volo di ritorno dalla Terra Santa. “Ho chiesto al custode di Terra Santa - ha aggiunto - di organizzare le cose pratiche”.

Nello Ior sono stati chiusi 1600 conti, di persone che non avevano diritto. Lo Ior è per l’aiuto alla Chiesa, hanno diritto vescovi, e diocesi, dipendenti del vaticano, le loro vedove, le ambasciate, ma niente di più. Non è una cosa aperta. E questo è un buon lavoro, chiudere i conti di chi non ha diritto”. Lo afferma Papa Francesco nella conversazione sull’aereo con i giornalisti. La domanda riguardava i 15 milioni dello Ior dati alla Lux Vide e gli scandali finanziari. “La questione di quei 15 milioni - risponde il Pontefice - è ancora sotto studio, non è ancora chiaro che cosa è accaduto”.

“Il Signore Gesù - ricorda Francesco - una volta ha detto ai suoi discepoli: è inevitabile che ci siano scandali, siamo umani e peccatori tutti. Il problema è evitare che ce ne siano di più. Nell’amministrazione economica serve onestà e trasparenza”. Il Papa, secondo quanto riporta il sito specializzato Vaticaninsider, chiarisce anche in merito alle due commissioni referenti: “quella che ha studiato lo Ior e quella che ha studiato la situazione economico-finanziaria di tutto il Vaticano, hanno fatto le loro conclusioni e adesso con il ministero e la Segreteria per l’economia diretta dal cardinale Pell si porteranno avanti le riforme consigliate”. “Ma - avverte - ci saranno ancora incongruenze, ci saranno sempre, perché siamo umani. E la riforma deve essere continua. I padri della Chiesa dicevano che la Chiesa deve essere ‘semper reformanda’. Siamo peccatori, siamo deboli. La Segreteria dell’Economia aiuterà ad evitare scandali e problemi”.

“Il Sinodo sarà sulla famiglia, sul problema della famiglia e sulle sue ricchezze e situazione attuale: a me non è piaciuto che tante persone, anche di Chiesa, abbiano detto: il Sinodo è per dare comunione ai divorziati risposati, come se tutto si riducesse a una casistica”. “Oggi - osserva - lo sappiamo, la famiglia è in crisi, è una crisi mondiale, i giovani non vogliono sposarsi, o convivono. Non vorrei che noi cadessimo in questa casistica: si potrà o non si potrà dare la comunione?”.

Secondo Francesco, “il problema pastorale della famiglia è molto largo, molto largo”. Dunque “si deve studiare caso per caso”. “Torno sempre - confida - a una cosa che Papa Benedetto ha detto già tre volte: bisogna studiare le procedure di nullità matrimoniale, studiare la fede con cui una persona va al matrimonio e chiarire che i divorziati non sono scomunicati. Tante volte sono trattati come scomunicati. Scegliere il tema del Sinodo sulla famiglia è stata un’esperienza spirituale molto forte, lentamente si è finito a parlare della famiglia. Sono sicuro che è stato lo Spirito del Signore a guidarci fino a questo punto”. In merito Francesco ricorda infine che “l’esposizione preliminare fatta dal cardinale Kasper aveva cinque capitoli, quattro dei quali sulle cose belle della famiglia e sul loro fondamento teologico. Il quinto capitolo era sul problema pastorale delle separazioni e sulla nullità matrimoniale e qui c’è anche il tema della comunione ai divorziati in seconda unione”.