Roma, 29 maggio 2014 - Resta fitto il mistero attorno alle sorti del volo MH370, il Boeing 777 della Malaysian Airlines, sparito l’8 marzo mentre da Pechino era diretto a Kuala Lumpur.

Ecco una breve cronologia della vicenda:

- 8 marzo: l’aereo decolla da Kuala Lumpur alle 00.40. Poche ore dopo scompare dai radar e interrompe ogni contatto. A bordo 227 passeggeri. Avviate le ricerche, cui partecipano anche Usa e Cina. Non esclusa alcuna pista, neanche il terrorismo.

- 9 marzo: arrivano notizie del ritrovamento, nelle acque del Vietnam, di oggetti che potrebbero appartenere all’aereo mentre alcune fonti avanzano l’ipotesi dell’esplosione.

- 15 marzo: dopo quasi una settimana senza nessun esito, il governo malaysiano parla per la prima volta di "azioni deliberate" e di "dirottamento". Le ricerche si allargano a Oceano Indiano e a 11 Paesi, coinvolgendo 15 Nazioni. L’Fbi indaga su pilota e copilota e scopre che il comandante si era lungamente addestrato in atterraggi in piccole isole. Seguono giorni di conferme e smentite, avvistamenti di detriti sempre rivelatisi infondati, sospensioni delle ricerche per maltempo.

- 24 marzo: la Malesya annuncia che il volo "è precipitato nell’Oceano Indiano" e la compagnia manda un sms alle famiglie parlando di "nessun sopravvissuto": scoppiano le polemiche.

- 4 aprile: l’Australia diventa rappresentante della Malesia per le ricerche e avvia una maxioperazione per trovare la scatola nera. Il giorno dopo una motovedetta cinese capta il primo possibile segnale. La zona da setacciare e’ nell’Oceano Indiano: 854 kmq di mare. Sul posto viene inviata una nave australiana, l’Ocean Shield, che rileva altri possibili segnali.

- 14 aprile: l’Australia mette in azione il robot sottomarino Bluefin 21 ma dopo una settimana le speranze si spengono: nessun ritrovamento delle scatole nere nella zona setacciata.

- 28 aprile: si sospendono le ricerche aeree. Viene infatti ritenuto "altamente improbabile" trovare resti in superficie dopo 52 giorni. La priorita’ viene data alla ricerca sottomarina.

- 5 maggio: viene disposto un allargamento dell’area di ricerca, in seguito al nulla di fatto delle ultime settimane.

- 10 maggio: un ufficiale della marina Usa annuncia la ripresa delle ricerche sub, poi ritardate per problemi tecnici.

- 23 maggio: il coordinatore delle ricerche ordina il riesame di tutti i dati, ipotizzando errori nella loro interpretazione.

- 29 maggio: i segnali non appartengono alle scatole nere e nella zona non c’è traccia dell’aereo. Le ricerche sono a zero e dovranno ripartire probabilmente daccapo.