Kabul (Afghanistan), 14 giugno 2014 - Almeno 46 persone sono rimaste uccise in diversi attacchi in Afghanistan durante l’apertura dei seggi per il ballottaggio delle elezioni presidenziali. Lo hanno riferito il ministro dell’Interno, Omar Daudzai, spiegando che le vittime sono 11 poliziotti, 15 soldati e 20 civili e aggiungendo che tra le file dei militanti islamici si contano invece 60 vittime.

IL VOTO - Circa sette milioni di afghani, il 52% sul totale degli aventi diritto, hanno votato nel ballottaggio per le presidenziali in Afghanistan. Lo ha reso noto la Commissione elettorale indipendente. “Il 38% dei votanti è costituito da donne e il 62% da uomini”, ha spiegato il capo della Commissione, Ahmad Yousuf Nuristani.

Il capo della commissione elettorale ha dichiarato il voto aperto alle 7 ora locale (le 4.30 di stanotte in Italia) imbucando la sua scheda elettorale. “Il mio messaggio ai nostri connazionali è che dovrebbero uscire e votare; non aspettate la fine della giornata, uscite e votate adesso”, ha detto. Il livello di sicurezza è stato rafforzato a seguito degli avvertimenti dei talebani, che hanno intimato ai cittadini di stare lontano dai seggi. Le forze di sicurezza hanno allestito nuovi posti di blocco, in cui ispezionano le auto, e hanno vietato ai furgoni di circolare per le strade della capitale Kabul.

Il prossimo presidente succederà a Hamid Karzai e guiderà il Paese durante il ritiro delle truppe straniere da combattimento, in programma per la fine del 2014. Karzai è stato presidente fin dalla caduta dei talebani a seguito dell’invasione degli Stati Uniti avvenuta pochi mesi dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. “Oggi il vostro voto porterà l’Afghanistan verso un futuro migliore, un governo migliore e una vita migliore”, ha detto Karzai, aggiungendo che “l’Afghanistan sta facendo un altro passo avanti nella transizione verso sicurezza, progresso e stabilità”.

Le differenze fra i due candidati, Abdullah Abdullah e Ashraf Ghani Ahmadzai, stanno più nella personalità che nelle idee politiche. Entrambi hanno promesso che firmeranno il patto bilaterale di sicurezza con gli Stati Uniti, la cui firma è stata da tempo ritardata, che permetterà a circa 10mila soldati Usa di restare in Afghanistan per altri due anni dopo il ritiro delle truppe da combattimento a fine 2014. Questi militari non saranno impegnati in operazioni di combattimento, ma di antiterrorismo e addestramento di esercito e polizia afghani.