Washington, 16 giugno 2014  - Gli Stati Uniti stanno esplorando la possibilità di stabilire negoziati diretti con l’Iran per far fronte al deterioramento della situazione in Iraq: lo scrivono vari media statunitensi. Non è chiaro quali canali diplomatici gli Usa sceglieranno, ma è probabile che i contatti avverranno a Vienna, dove americani e iraniani comunque si incontrano a partire da oggi per cercare di trovare un accordo sull’annosa questione del programma nucleare iraniano. La Casa Bianca non si è sbilanciata, ma il Dipartimento di Stato ha fatto sapere che a Vienna sarà presente Bill Burns, il vice del segretario di Stato, John Kerry.

USA PRONTI AI RAID AEREI - In Iraq i raid aerei con droni potrebbero essere un’opzione per contrastare l’avanzata degli jihadisti in Iraq. Lo ha riferito Kerry in un’intervista a Yahoo!. Il segretario di Stato ha confermato la "pronfonda preoccupazione" americana di preservare l’unità dell’Iraq, un Paese, ha sottolineato, la cui integrità è "vitale per la stabilità del Medio Oriente". Intanto gli Stati Uniti hanno portato un’altra nave da guerra nel golfo Persico. Si tratta della Mesa Verde, con a bordo 550 marine, che si è avvicinata all’Iraq per sostenere un eventuale intervento americano in aiuto del governo di Baghdad contro i ribelli sunniti. Nel golfo era già entrata la portaerei George H.W. Bush, che aveva ricevuto l’ordine dal Pentagono di lasciare il mare Arabico nella giornata di sabato.

Barack Obama riceverà lunedì sera le diverse opzioni di un possibile intervento militare in Iraq per fermare l’avanzata degli jihadisti sunniti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) su Baghdad. Lo ha reso noto la Casa Bianca. La squadra del Consiglio per la Sicurezza Nazionale illustrerà al presidente le diverse alternative che, escludendo qualsiasi invio di truppe di terra, non possono che prevedere raid aerei, anche di droni, o il lancio di missile da crociera’ da sottomarini e navi nel Golfo Persico.

RIUNIONE LEGA ARABA  - I ministri degli Esteri della Lega araba si riuniranno mercoledì e giovedì a Gedda, in Arabia Saudita, per “studiare le misure da prendere” per cercare di rimediare alla “situazione critica” in Iraq. Lo ha annunciato l’organizzazione panaraba. La settimana scorsa i jihadisti dell’Isil (Stato islamico dell’Iraq e del Levante) hanno conquistato vasti territori, tra cui la seconda città irachena Mosul, e si avvicinano minacciosamente a Baghdad. Il governo ha tuttavia assicurato nel corso del fine settimana che l’esercito ha "ripreso l’iniziativa", riconquistando in particolare due città nelle vicinanze della capitale. I ministri degli Esteri dei ventuno membri della Lega araba (la Siria è sospesa dal novembre 2011) si riuniranno mercoledì e giovedì “per studiare gli sviluppi della situazione critica in Iraq, per prendere le misure necessarie e rimediare”, ha annunciato Nabil al Arabi, il segretaro generale dell’organizzazione.

ISIL CONQUISTA TAL AFAR - I militanti sunniti dello Stato Islamico dell'Iraq hanno catturato la città irachena di Tal Afar. Lo rendono noto i residenti e il sindaco del centro abitato. Il sindaco Abdulal Abdoul ha detto ad Associated Press che la città, che si trova a 420 chilometri a nordovest di Baghdad e vicino al confine con la Siria, è stata conquistata prima dell'alba. A Tal Afar vivono circa 200mila persone. Residenti della città raggiunti telefonicamente hanno confermato la presa della città da parte dei militanti. Le fonti hanno parlato a condizione di anonimato, temendo per la propria incolumità.

SPAGNA, SMANTELLATA RETE RECLUTAMENTO ISIL - Le autorità spagnole hanno arrestato otto persone, smantellando una rete di reclutamento di jihadisti per lo Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isil), organizzazione attiva in Siria e Iraq. Lo ha riferito il ministero dell’Interno, precisando che la rete di reclutamento era guidata dal marocchino Lahcen Ikasrrien, arrestato in Afghanistan nel 2001 e detenuto a Guantanamo. “Il principale leader di questa cellula risiedeva in Spagna dopo il suo passaggio nella base militare di Guantanamo, a seguito dell’arresto in Afghanistan nel 2001”, si legge nel comunicato diffuso dal ministero dell’Interno. Tra gli otto arrestati figurano marocchini, spagnoli e un cittadino argentino convertito all’islam, stando a quanto precisato da El Pais.

ITALIA, L'AMBASCIATA RESTA APERTA - L’ambasciata italiana a Baghdad resta operativa e non ha in programma un’evacuazione dello staff, anche se ha ridotto temporaneamente il personale allungando i congedi di quanti erano rientrati in Italia. Intanto, con una nota sul sito Viaggiare sicuri della Farnesina, "si raccomanda vivamente" ai connazionali "di rinviare, fino a nuovo avviso, viaggi a qualunque titolo in Iraq e si raccomanda a quelli presenti la cui permanenza non sia indispensabile, di lasciare quanto prima il Paese". Il personale dell’ambasciata italiana è oggettivamente ridotto, ma continua a lavorare anche perché in Iraq rimangono attualmente circa 200 connazionali e inoltre la situazione a Baghdad, soprattutto all’interno della Zona Verde dove si trovano le ambasciate, non è tale da dover rivedere le presenze.