Madrid, 19 giugno 2014 - Allo scoccare della mezzanotte, come in una favola, in Spagna è ufficialmente iniziato il regno di Felipe VI di Borbone. Il nuovo monarca nel pomeriggio di ieri ha assunto le sue funzioni con la cerimonia di abdicazione del padre, Juan Carlos, che gli ha lasciato il trono dopo quasi 39 anni.

In alta uniforme, Felipe ha ricevuto dal padre Juan Carlos la fusciacca rossa di Capitano generale degli eserciti di aria, terra e mare. Il nuovo monarca 46enne, in base alla Costituzione, è infatti capo delle forze armate e capo dello Stato. Dopo l’imposizione della fascia, avvenuta alla presenza dei comandanti dei tre eserciti, della moglie Letizia, della madre Sofia, delle infante Leonor e Sofia e della sorella Elena di Borbone, Felipe VI si è poi recato in Parlamento, dove ha giurato come re.

IL GIURAMENTO - Il giuramento del Re è stato accolto da un lungo applauso da parte dei parlamentari che hanno gridato “Viva il re, viva la Spagna”. "Comincio il mio re con profonda emozione", ha esordito il nuovo re di Spagna parlando di fronte al Parlamento. In questo momento "ci vuole una monarchia rinnovata per un tempo nuovo". "La corona deve essere vicina ai cittadini e guadagnarsi il loro rispetto”" ha sottolineato il re. "Nell’esercitare le mie funzioni vedrete in me un capo di Stato leale e disposto all’ascolto, alla comprensione e alla collaborazione, e alla difesa sempre degli interessi generali”. Felipe ha concluso il suo discorso con una citazione dello scrittore spagnolo Miguel de Cervantes: "Nessun uomo vale più di un altro, se non fa più di un altro". Poi ha aggiunto: “Sono felice di essere spagnolo e niente mi onorerebbe di più del rendere gli spagnoli fieri del loro nuovo re”.

LA CRISI E LE DONNE REALI - L'investitura di Felipe VI si è svolta in un clima anche cromaticamente molto diverso da quella che 39 anni fa ebbe per protagonista il padre, Juan Carlos I, che il 22 novembre 1975, giurò davanti le Cortes franchiste, a lutto per la morte di Francisco Franco, e circondato da divise delle forze armate.

Lontano dalla solennità quindi che di solito accompagna questi eventi, la cerimonia è stato soprattutto un passaggio di consegne: nessun leader straniero invitato, tantomeno i ‘cugini’ delle altre case regnanti. La Casa Reale e’ ben consapevole che uno spagnolo su quattro e’ senza lavoro, nonostaate l’incipiente ripresa economica. Sobria anche la regina, Letizia, che per la prima giornata sul trono ha scelto un abito corto, senza diadema, che è sembrato una dichiarazione di intenti. Perfette le figlie, Leonor, ora erede al trono, e la sorellina minore, l’Infanta Sofia, in abiti di broccato identici, ma di colore diverso: la principessa delle Asturie in rosa pallido, sua sorella in verde acqua. E proprio sulle bionde bambine, una di 8 l’altra di 7 anni, che ad oggi chiudono la loro infanzia, potrebbero essere la carta vincente di un monarchia traballante.

LE ISTITUZIONI - Trecentoventicinque deputati e 259 senatori erano presenti nell'emiciclo, tutti tranne i 25 deputati e 7 senatori di partiti della sinistra, repubblicani e indipendentisti, che rivendicano un referendum sulla monarchia e hanno disertato la cerimonia. Oltre all'attuale presidente del governo, Mariano Rajoy, con i presidenti della Corte costituzionale e del Tribunale supremo, e ai presidenti delle comunita' autonome, le telecamere hanno ripetutamente inquadrato i tre ex premier della democrazia spagnola, Felipe Gonzalez, Jose' Maria Aznar e Jose' Luis Rodriguez Zapatero, seduti accanto in tribuna.