Milano, 1 dicembre 2010 - “Ognuno va a letto con chi vuole e in casa sua fa quello che preferisce. Le tendenze personali devono restare tali, l’importante è la discrezione”. Queste le parole dell’agente dei vip Lele Mora in riferimento alla sua presunta relazione con l’ex paparazzo Fabrizio Corona.

Alla rivista 'Gioia' racconta anche le sue aspirazioni da bambino: “Volevo farmi frate. Ho fatto la quinta elementare e due anni delle medie in un convento di cappuccini a Rovigo. Sentivo la vocazione. Poi ho capito che la vocazione non era così forte. Troppi sacrifici”.

Ha poi cambiato completamente stile di vita: “Dal 1990 al 2005 sono stati gli anni più belli. Sembrava che tutto dovesse passare da Lele Mora. Sembravo potentissimo, e non era vero. Ho solo lavorato tanto, facevo soldi per me e per chi stava con me”. E’ stato proprio in quel periodo che l’agente ha ‘inventato’ il fenomeno delle serate in discoteca “si chiamavano ‘champagnino’ o più volgarmente ‘marchette’.

La più precisa era Simona Ventura: andavamo anche in cinque club in un giorno. Poi c’è stato Costantino Vitagliano, la Sardegna... E comunque è un’epoca finita. Oggi non ci sono più soldi da spendere. Ma in Sardegna ci tornerò:nel 2012”. Conclude difendendo Silvio Berlusconi dalle accuse di chi lo ritiene omofobo dopo la sua battuta sugli omosessuali: “Non è stata capita: lui non odia i gay, guardi quanti ce ne sono a Mediaset e Mondadori...”.

Mora ha anche parlato del mondo maschile in generale a 'Attenti al Pupo', su Radio1: “C’è carenza di uomini veri, sento sempre più donne che si lamentano di questo fatto. Oggi funzionano molto di più i calendari degli uomini, io ne ho lanciati molti - ha detto Mora - Luca Argentero, che sta avendo un enorme successo, Francesco Arca, Costantino e Daniele. Io sicuramente non potrei farlo, sembrerei una foca, ho la tartaruga rovesciata”.

Eppure precisa che “le donne preferiscono un uomo con le forme e la sostanza, che un uomo senza forme e senza sostanza”. A proposito del nudo di Fabrizio Corona nel documentario ‘Videocracy’ presentato al Mostra del Cinema di Venezia conclude dicendo: “Le cose di Corona non mi riguardano più, mi viene l’allergia”.