Roma, 22 febbraio 2011 - Circondati da veline, sposati con modelle, protagonisti di spot televisivi e  corteggiati dalle bellissime dello spettacolo. Questi sono i calciatori nostrani: parlano poco, bevono tanto, si lamentano di più e spesso si  nascondono dietro un no comment soprattutto se gli si chiede di vita privata, abitudini sessuali, vizi e virtù che hanno ma che tendono a nascondere.

Il sesso: il vizio più diffuso nel calcio, un gioco che piace a tutti fare ma che  poi quando si chiede di parlarne crea attacchi di panico. Alcuni si nascondono dietro ad eccessive direttive della società, altri dietro a motivi  personali. Poi, per fortuna, c’è chi esce dal coro e ammette con piacere di  farlo spesso e volentieri, alla faccia delle dure regole societarie.

E’ il caso di Mauro Esposito, ex Roma che ammette di farlo “anche tutti i giorni” e  di avere un'eccessiva voglia nel dopo gara. Sembra essere  d’accordo Gianluca Pagliuca che parla di sesso senza alcun pudore “sesso si, ma  conoscendo i propri limiti e senza cadere nel porno che non apprezzo”. Tocca  solo regolarsi dunque.

Chi non si regola è Victory questo il nome in codice di  un calciatore che milita in una serie minore, e che già in precedenza aveva  fatto parlare di sé per alcune piccanti dichiarazioni. Oggi conferma e racconta che “nel calcio è pieno di bisex, ci sono più attivi che passivi. In Italia  nessun calciatore ammetterà mai di essere gay, ci sono troppi condizionamenti sociali. A me capita spesso di andare con calciatori di serie A. A molti di loro piace fare sesso in gruppo anche con compagni di altre squadre. Alcuni sono nazionali. Fanno sesso per il puro piacere di farlo e non cè seguito si ferma tutto ad una sera”.

Chi conferma l’esistenza dei gay tra i calciatori è Claudio Bellucci secondo il  quale “è tutto un problema di immagine. I calciatori devono mantenere quell’aria da maschio rude alla Gattuso per capirsi, ed è proprio per questo che non ammetterebbero mai di essere gay. Il sesso, gli eccessi, l'alcol, le donne sono una cosa vecchia che nel calcio e sempre esistita”.

A parlare è Roberto Pruzzo che dà la colpa agli eccessivi controlli e al proliferare di giornalisti. "Oggi più di ieri si sanno le cose perché intorno alla vita dei calciatori ci sono troppe persone, tantissimi giornalisti che prima non c’erano. Le donne nei ritiri ci sono sempre state, tutti sapevano pur facendo finta di niente. Soprattutto nei ritiri estivi basta affittare la stanza accanto con l’aiuto dei camerieri e il gioco è fatto". C’è chi poi, come Marco Borriello, ci liquida sesso con un secco “non mi interessa l’argomento".

Chi stranamente non parla sconfessando la sua vena ironica e scanzonata è Simone Pepe, che si chiude dietro un sorriso ammiccante confessando che  "di sesso non ne faccio più. I più attivi sono gli stranieri, ti conviene chiamare loro". E il maschio latino? La passionalità dell’italiano? Sarà, ma il dubbio che Pepe non voglia parlare per non rischiare qualche fuori gioco di troppo ci sta tutto.

Alla ricerca di uno straniero incorro in Efe Bal, famosa transessuale che ammette di conoscere il mondo del calcio: "Non c’è differenza tra il mondo dello spettacolo , della politica o quello del calcio. Le regole sono le stesse. Discrezione e libertà. Tutti cercano lo scandalo nei nomi dei giocatori famosi non sapendo che ci sono nomi importanti anche tra gli allenatori e presidenti. Sono proprio quelli più impensabili che avanzo le richieste più strane. C’è a chi piace guardare, e chi non disdegna invece un ruolo attivo. E c’è anche chi ricorre ad un aiutino".

Il più disponibile e ironico presidente di serie A è Enrico Preziosi che ammette candidamente "l’astinenza non fa per me né prima né dopo le partite. I miei giocatori potrei capirli e se rendessero di più in campo non sarei contro il sesso anche nei giorni prima delle partite, è una questione di conoscenza del proprio fisico e dei propri limiti. Il sesso non ha mai fatto male a nessuno. Quello che non capisco sono gli eccessi, l'alcol e l’uso di sostanze illecite".

Chi invece non è d’accordo sulla possibilità di abolire il ritiro pre-partita è l’ex centrocampista della Juventus Marco Marchionni: "Sono uno dei pochi che vogliono il ritiro pre-gara. Penso serva se non altro per la concentrazione, soprattutto quando si è sposati. Io fortunatamente posso farlo quando voglio, non ho problemi quindi non sento la necessità il giorno prima della partita. Ma poi in Italia vorrei vedere quanti sono i latin lover che lo fanno tutti i giorni, come fanno credere". E vorremmo saperlo anche noi se il paese dei spaghetti e del mandolino ancora può vantare il maschio latino come la fama da Casanova che si legge nei libri.