Roma, 6 set. (Labitalia) - Altro che depressione post-vacanze. Dopo questa torrida estate 2012, in cui tanti italiani hanno rinunciato alle ferie, per tanti è scattata la 'disperazione da crisi'. E non c'è caldo o freddo, pioggia o sole che tenga, l'umore degli italiani è condizionato da spread e disoccupazione, e non dagli sbalzi atmosferici.

"I rientri dalle vacanze -spiega a Labitalia Alfio Cascioli, psicologo del lavoro e uno dei massimi esperti in materia di strategie motivazionali- spesso e volentieri portano un po' di depressione, perchè la vacanza è un momento particolare dell'anno in cui più o meno ci si sgancia dai problemi di tutti i giorni".

"Per cui -aggiunge Cascioli- il rientro al lavoro, nella quotidianità, nei rapporti di tutti i giorni, con la famiglia e i figli, porta sempre con sè un pò di depressione. Quest'anno, però, più che con segni di depressione, credo che si tratti di un rientro con tratti di 'disperazione', perchè la situazione nell'ambiente lavorativo è tragica, nel senso che sono tantissimi coloro che hanno perso il posto di lavoro, ci sono centinaia e centinaia di famiglie che non sanno come arrivare alla fine del mese".

E la crisi fa diventare secondari gli effetti sugli italiani degli 'sbalzi' atmosferici di questi giorni. "Credo che il problema della variabilità del tempo sia del tutto secondario -sottolinea Cascioli- al fatto che quelli che si sono potuti permettere delle ferie e di fare una vacanza, e credo che quest'anno siano stati molti di meno degli anni passati, se hanno la fortuna di tornare al lavoro, hanno come ultimo problema la varibialità del tempo".

Sindrome da 'disperazione', secondo Cascioli, che "riguarda moltissimi di coloro che sono rientrati e che temono di perdere il posto di lavoro nei prossimi mesi". "I giovani praticamente in questo momento - dice - non hanno speranze, in Italia ci siamo 'bruciati una generazione intera'. In questa situazione, pensare a come possa influire la variabilità del tempo è come pensare alle fate".

In questa condizione di 'disperazione', Cascioli lascia comunque uno 'spiraglio' di speranza: "E' anche vero che noi psicologi da sempre sosteniamo con molta convinzione che i momenti di crisi nella vita sono potenziali momenti di crescita. Noi psicologicamente cresciamo nella vita attraverso i momenti di crisi, che chiaramente vanno gestiti, soprattutto per l'insicurezza che ci procurano. Però, potenzialmente sono momenti di crescita. Il nostro è un Paese 'invecchiato', inteso non solo nel senso della classe dirigente che detiene il potere, ma anche nel senso che si sta perdendo speranza verso il futuro. Serve una classe politica -conclude- molto preparata, pronta a mettersi in gioco".