Roma, 29 nov. (Labitalia) - Riforma previdenziale ed esodati. Anche su questi temi si sono confrontati ieri sera i candidati premier del Pd, Pierluigi Bersani e Matteo Renzi. E su pensioni e esodati "Bersani si è mostrato più disponibile a qualche ammorbidimento della riforma; Renzi ha motivato bene, invece il suo rifiuto di tornare indietro, spiegando che a pagare per questo sarebbero di nuovo le generazioni future, per le quali il sistema prevede comunque già da tempo trattamenti molto peggiori". E' l'opinione espressa con Labitalia dal senatore del Pd e giuslavorista, Pietro Ichino.

"Insomma, Renzi -ricorda Ichino- è nettamente più fedele all''Agenda Monti'. Sugli esodati, entrambi hanno detto che una soluzione va trovata; ma mi è parso più preciso Bersani, che ha fatto riferimento al mio disegno di legge n. 3515 sulle misure necessarie per l’invecchiamento attivo".

Sul lavoro invece "è stato molto più preciso e incisivo Renzi, che ha richiamato il progetto del nuovo Codice del lavoro semplificato. Bersani ha detto solo cose molto generiche", commenta ancora Ichino . "Ed effettivamente -conclude- il suo programma non contiene misure incisive in questa materia: è il capitolo sul quale il Pd è stato in questi ultimi tre anni più inconcludente".

I due candidati del Pd, Pierluigi Bersani e Matteo Renzi sono usciti, prosegue Ichino, dal confronto televisivo di ieri sera "entrambi bene, ciascuno con la propria caratterizzazione originaria". "Bersani, però, -precisa il professore- mi è parso un po’ più sotto-tono rispetto a Renzi; sulla difensiva. Renzi ha espresso più energia e più entusiasmo; e si è incominciato a vederlo davvero come possibile capo del Governo. Non più soltanto come giamburrasca della politica. Ma in qualche passaggio ha ecceduto nello snocciolare dati statistici: l’effetto era un po’ quello del bravo studente all’esame".

"Ho visto in quella trasmissione -commenta ancora il senatore del Pd- una conferma dell’effetto tonificante e straordinariamente positivo di queste primarie per il Pd. La politica finalmente non è più oggetto di una delega della cittadinanza agli apparati di partito. I cittadini si riappropriano della politica; e decidono per davvero".