Roma, novembre 2012 - Ancora accuse e polemiche, a Roma, per le colonie feline. Questa volta c'è un'accusa pesantissima: una presunta strage di gatti. La questione è già finita in Procura con esposti e denunce e al centro ha un dipendente che sarebbe stato licenziato in quanto difensore dei gatti. Un altro collega, più anziano, avrebbe ammazzato due micini piccoli scaraventandoli a terra, il giovane si sarebbe opposto finendo prima picchiato e poi licenziato.

Teatro di questa vicenda, l'impianto Ama - la società romana per lo smaltimento dei rifiuti - di Rocca Cencia. Partite le denunce e le relative notizie alla stampa, l'Ama tiene a precisare di non aver nulla a che fare con tutto questo. <I vertici dell'Ama ed i dipendenti rigettano ogni accusa in merito ai maltrattamenti di gatti nello stabilimento di Rocca Cencia>, si legge in una nota del presidente di Ama Piergiorgio Benvenuti.

<Nello svolgimento del nostro lavoro quotidiano si evidenzia una particolare sensibilità ambientale a 360 gradi - spiega Benvenuti - e vi sono esempi di sensibilità nei confronti proprio dei gatti, come quello presso il Cimitero Monumentale del Verano, dove è attiva la colonia felina più grande d'Italia, con circa 430 gatti, nata dalla collaborazione tra Ama e l'associazione onlus "Animal welfare''. Inoltre è presente un'altra colonia felina nello stabilimento aziendale di Tor Pagnotta, curata direttamente dai dipendenti Ama e certificata dalla Asl competente>, aggiunge il presidente.

E, a proposito di colui che avrebbe ucciso i due micini, il presidente precisa: non è un dipendente Ama ma un esterno, impiegato in una società interinale che ha prestato la propria opera presso la sede di Rocca Cencia.
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