di Silvia Mastrantonio
Roma, novembre 2012 - Una nuova aggressione da parte di un cane di famiglia contro un bambino. Sembra che i cuccioli d'uomo siano le vittime preferite per insospettabili pet. Eppure milioni di famiglie vivono in perfetta armonia il rapporto tra gli umani più piccoli e i quattrozampe. Che cosa scatta, allora? Ci sono comportamenti che vanno monitorati affiché non si arrivi mai a simili incidenti?
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Costanza De Palma, comportamentalista e consulente dell'Ente nazionale protezione animali.
<E' evidente che ogni caso ha una sua specificità. Occorre conoscere dinamiche ed equilibri per interpretare i fatti accaduti. Ma, in generale, ci sono regole che valgono per tutti e che devono essere rispettate>.
Partiamo dall'inizio. C'è un'incidenza maggiore di aggressioni, da parte dei cani, nei confronti dei bambini o è solo una sensazione?
<Il professor Joel Dehasse ha stilato, in base a dati scientifici, una classifica della vulnerabilità, proprio per individuare le categorie che sono maggiormente a rischio in quest'ambito. Tra le classi di persone giudicate più "facilmente aggredibili", ci sono i bimbi. I motivi sono diversi: la statura (più contenuta di quella degli adulti); la robustezza, la voce, il tipo di movimenti. Basti pensare che il pianto di neonato spesso viene recepito dal cane non come la voce di un umano in miniatura, ma come il segnale lanciato dalle prede. Bisogna capire che per il cane di casa il cucciolo d'uomo non è un cucciolo d'uomo, o meglio non viene inquadrato come tale. E' troppo diverso dagli adulti: non cammina su due gambe, emette suoni striduli e lamentosi che richiamano quelli delle prede; all'apparenza si muove su quattro zampe, soprattutto quando il bimbo comincia a gattonare. In conclusione, il nostro cane non lo vede come una persona>.
In questa classifica di vulnerabilità sono più a rischio uomini o donne?
<Gli uomini, sicuramente. Le statistiche lo dicono chiaramente: le donne vengono aggredite di meno. Anche in questo caso si tratta di movimenti (nelle donne meno bruschi rispetto agli uomini), di timbro di voce (meno profondo e minaccioso). Insomma, sono segnali di fisicità che si aggiungono ad una concezione gerarchica sempre presente nel cane: l'antagonismo per il controllo del branco si esprime molto di più con il sesso forte che con il sesso debole>.
Torniamo ai bambini. E' una questione di segnali fisici e basta?
<No, non solo. Spesso nelle famiglie si sbaglia. Si passa da un comportamento di amore assoluto nei confronti del cane che viene vissuto come un figlio sostitutivo, come colui che colma un vuoto, ad un disinteresse totale nel momento stesso in cui in casa entra un bambino. Si tratta di cambiamenti che determinano, nel cane, forti traumi che possono anche sfociare in aggressività per motivi di gelosia>.
Ma a questo si può rimediare, no?
<Più che rimediare si deve prevenire. Una gravidanza dura nove mesi e c'è tutto il tempo di far abituare il cane al cambiamento. Prima di tutto senza nulla togliere all'affetto che gli abbiamo sempre riservato. Il cane non va relegato in terrazzo o in giardino perché è arrivato il bambino. Non si devono cambiare le abitudini ma integrarle con le nuove. Così, prima ancora che il neonato torni a casa, occorre portare i vestitini sporchi e farli odorare al cane. Ancora prima, bisogna pensare a far conoscere al nostro animale la carrozzina e la culla. Sono piccoli accorgimenti di buon senso che aiutano la vita quotidiana. Gli odori, poi, sono molto importanti e bisogna insegnare al cane a convivere con quelli nuovi che il bimbo porta dentro una casa>.
Consigli pratici?
<Comprare un bambolotto, nei mesi della gravidanza. Uno di quelli che emette versi somiglianti al pianto di un bambino e far abituare il cane a questa presenza. Ci vuole buon senso ed equilibrio>.
La gelosia, diceva, gioca un ruolo importante soprattutto se il cane è stato privato dell'affetto al quale era abituato. Ma quando i ragazzini sono più grandi si tratta ancora di questo?
<Spesso si commette un errore grave, in perfetta buona fede. Si crede che il bambino possa fare di tutto al cane di casa e che l'animale non debba mai reagire. E' sbagliato. Non si può lasciare che il ragazzino tolga la ciotola di cibo al cane, che lo tiri per la coda, che lo svegli quando dorme senza motivo. I genitori devono insegnare al bambino a rispettare l'animale, in caso contrario è possibile che l'escalation di angherie quotidiane sfoci, qualche volta, in aggressioni da parte dell'animale. Penso che anche l'uomo più paziente se dovesse combattere con qualcuno che non lo fa dormire, lo tormenta, gli impedisce di mangiare, potrebbe perdere la pazienza. Ci vuole rispetto e deve essere insegnato anche ai cuccioli d'uomo>.
Altri accorgimenti?
<Il bambino non va mai lasciato solo con il cane. Anche se è il cane di casa e abbiamo estrema fiducia. Un bambino da solo non si sa che cosa può fare, come del resto, non si sa che cosa può combinare un cane da solo. Gli adulti hanno la loro vita frenetica e piena di impegni ma questo deve essere un imperativo: mai lasciare da soli cane e bimbo>.
Perché si crei un rapporto felice tra piccoli umani e cani...
<Perché un cane in famiglia è un plus valore. Come sostiene il professor Roberto Marchesini, fondatore della Zooantropologia, la presenza di un cane in famiglia è un contributo enorme al corretto sviluppo del bambino, lo rende più socievole e aperto all'esterno. Ci sono studi che dimostrano che i bimbi che crescono con un cane, imparano prima a leggere e imparano prima a parlare. Il cane in famiglia non è un pericolo ma un supporto importantissimo>.
Ma bisogna stare attenti anche ai segnali che l'animale lancia?
<Certo, e mai distrarsi. Non dobbiamo perdere d'occhio il nostro cane, lo conosciamo e sappiamo che cosa indicano i suoi comportamenti. La fretta che ci impone la vita non può distrarci: soprattutto la presenza del bambino in casa ci deve far porre maggiore attenzione ai segnali lanciati dal cane. E se ci sono stati errori si può rimediare, magari affidandosi all'aiuto di specialisti. Soprattutto in questo caso, ma direi che deve essere sempre, il proprietario del cane deve essere responsabile>.
Silvia Mastrantonio
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