di Lorenzo Gallitto
Roma, 29 gennaio 2013 - Perché proprio la merla? Gli ultimi tre giorni di gennaio sono considerati, in barba ai metereologi che ogni anno cercano di smentirlo, i più freddi dell'anno. Statistiche o no per gli italiani il principio vale sempre, a prescindere dai risultati scientifici.

Oggi è il primo dei "giorni della merla" che segnano, per tradizione, il gelo maggiore di tutto l'inverno. E la tradizione va oltre. Non solo il freddo ma il perché è nata questa leggenda che collega gli ultimi tre dì di gennaio con la "merla".

La spiegazione più diffusa riguarda una famigliola di merli di Milano, precisamente zona Porta Nuova. In quel tempo, e si parla di moltissimi anni fa, i merli non erano neri come oggi (in realtà lo sono i maschi, le femmine sono grigie o marroni) ma candidi come la neve. Mamma merla e i suoi piccoli vivevano su un albero nel loro nido ma il freddo intenso rendeva difficile sopravvivere.

Così arrivò l'idea di trasferirsi - qui le varianti sono parecchie - accanto o all'interno del camino di una casa vicina. La famigliola - anche la presenza del papà merlo varia a seconda delle versioni - si rintanò al calduccio e rimase a scaldarsi per tre giorni. Poi uscirono tutti fuori ma la fuliggine aveva giocato uno scherzo: i merli non erano più candidi ma neri. E così restarono per sempre.

Nelle varianti relative a volatili c'è anche quella commovente di una coppia di merli che vivevano nel bosco. Il maschio, distrutto dalla fame, decise di attraversare il Po per cercare cibo da portare alla compagna. Ma l'impresa si rivelò fatale: il merlo maschio morì e non tornò più indietro. Per il dolore la merla pianse talmente tanto da tramutare il piumaggio bianco in nero.

Esistono anche versioni che nulla hanno a che fare con gli uccelli. Due, in particolare. La prima narra di un cannone denominato "La merla" che i soldati avrebbero dovuto portare da una riva all'altra del Po. Per farlo, però, dovettero attendere questi giorni di fine gennaio, talmente freddi da gelare l'acqua del fiume e consentire il passaggio. Altra possibilità riguarda una signora nobile di cognome de' Merli che avrebbe dovuto attraversare il Po. Anche lei, per farlo, aspettò il gelo di fine gennaio e passò sulle acque ghiacciate. Sicuramente esistono altre spiegazioni, altre tradizioni popolari per spiegare i "giorni della merla". Variano le leggende ma resta sempre il freddo.
Lorenzo Gallitto
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