Siena, 14 marzo 2013 - <Dal primo aprile in provincia di Siena inizierà la caccia alla volpe in tana>. Ne danno notizia, con indignazione, la Lega Italiana dei Diritti dell'Animale (LIDA) e la Lav, Lega antivivisezione, sottolineando: <Noi non ci stiamo>.

L'immagine evoca le campagne inglesi più che quelle senesi, anche se, come è noto, il Chiantishire è molto amato dai britannici. Ma più che di 'caccia', spiega l'Ufficio risorse faunistiche della Provincia, si deve parlare di <attività di controllo della volpe nella zona> che si apre il primo aprile e proseguirà fino al 31 luglio. 

Si tratta dell'ultima di una serie di proroghe che vanno avanti dal 2007 con modalità precise stabilite in accordo con l'Istituto Superiore Protezione Ambiente, ente scientifico per la gestione faunistica. Se l'attività di caccia è stabilita dal calendario venatorio in precisi periodi dell'anno, quella di controllo viene decisa al di fuori di quei periodi, motivata da presunta sovrappopolazione o in alcuni casi, come questo, dai danni provocati all'agricoltura o alla fauna. 

La volpe è un animale predatore, tra le sue vittime ci sono la lepre e il fagiano. In questo caso l'attività è prevista solo all'interno degli istituti faunistici preposti alla produzione di fauna selvatica. Ad avallarla, la risposta del Tar a un ricorso presentato nel 2012 da alcune associazioni animaliste.

<Noi non ci stiamo - spiega la LIDA -, né per l'ammazzare, né per la riduzione numerica, né per il prelievo venatorio, né per l'abbattimento selettivo, né per qualunque altra perifrasi si voglia utilizzare per togliere la vita ad animali innocenti. Piccoli cuccioli appena nati verranno sbranati da cani addestrati a entrare nelle tane e quelli che riusciranno a sfuggire a questa morte atroce saranno impallinati dai cacciatori appostati all'uscita della tana stessa>.

<Lo sterminio, denominato con un eufemismo che non incanta nessuno "riduzione numerica", avrà luogo e creature indifese pagheranno per la prepotenza, l'arroganza, la durezza di umani che non sanno amare ciò che è bello e innocente ma che, come affermò due millenni fa Ovidio: "usano la crudeltà verso gli animali come tirocinio di quella crudeltà che useranno contro gli uomini">, aggiunge la Lav di Firenze.
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