Como, 7 aprile 2013 - <Un massacro senza giustificazione. Siamo pronti a ricorrere al Tar>. Non c'è pace per la fauna selvatica italiana. Dopo le volpi di Siena (e adesso anche quelle di Teramo), tocca ai daini della provincia di Como. Ma il proposito dell'ente locale ha trovato, sulla propria strada, la ferma opposizione della Lega per l'abolizione della caccia, già al lavoro nel tentativo di bloccare quella che si profila come una nuova strage annunciata.

Una mattanza che sarebbe perpetrata sulla base del nuovo capitolo aggiunto al programma annuale di abbattimento selettivo di varie specie animali della Provincia di Como. Nella delibera ufficiale si parla, senza mezzi termini di "eradicazione della specie".

Il proposito sembrerebbe quello di "cancellare" dalla zona, ovvero dal territorio della provincia, tutti i daini che vi vivono. <Si autorizzano - si legge nel documento - gli agenti del corpo di polizia provinciale nonché gli eventuali soggetti coadiutori a procedere all'abbattimento con l'uso del fucile sull'intero territorio provinciale>.

Secondo la Lega per l'abolizione della caccia, però, si tratta di motivazioni pretestuose. Nella delibera si parla di diffusione dei daini <verosimilmente a causa di occasionali fughe da recinti privati>. I "bambi" provocherebbero <danni alle produzioni agricole> e incidenti automobilistici.

E non solo: la specie viene definita <alloctona e non vocazionale del territorio>. Ma gli animalisti non sono d'accordo: <Come già avvenuto in altri casi e per altre specie - fa sapere la Lac - analizzeremo tutti i documenti della questione e non esiteremo a rivolgerci al Tribunale per fermare la strage. Tra l'altro, l'obiettivo di cancellare completamente una specie dal territorio è contro natura. E per i danni alle coltivazioni, se ci sono davvero, si può rimediare con reti e protezioni piuttosto che spianando i fucili>.

<Quello che i documenti non dicono è che, oltre all'abbattimento a colpi di fucile degli esemplari adulti, la stessa cosa toccherà ai piccoli che nascono proprio in questa stagione. E i casi sono due: saranno uccisi direttamente o moriranno perché resteranno da soli>, aggiunge l'associazione. La battaglia è appena cominciata ma gli animalisti contano anche sull'opinione pubblica che non può approvare un simile massacro.
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