di Lorenzo Gallitto
Roma, 17 aprile 2013 - La Forestale si è mossa a colpo sicuro. Una precisa segnalazione arrivata al 1515 forniva indicazioni circostanziate. A Bettona, in provincia di Perugia, è stato scoperto un lager per cavalli, una struttura in cui l'unico scopo degli animali sembrava essere quello di morire per sottrarsi all'orrore.

Chiusi in box angusti, senza acqua né fieno e senza luce, con accanto i corpi in decomposizione di altri cavalli. Coperti di sterco, i vivi e i morti. E lo chiamavano "allevamento", magari riempendosi la bocca sulla pelle di creature tanto docili e sensibili quali sono i cavalli.

Quello che gli uomini della Forestale hanno trovato, una volta giunti sul posto, ha dell'incredibile. Cinque cavalli morti in periodi diversi, secondo i veterinari. Alcuni da una settimana, altri da dieci giorni o più. Accanto, quelli vivi ma ridotti a scheletri.

Tre i cavalli ancora vivi, due lasciati all'esterno dei box-lager e uno, quello che versa in condizioni peggiori, rinchiuso accanto al corpo di un altro animale morto. Secondo i veterinari questo cavallo è quello in condizioni più critiche: potrebbe aver riportato danni neurologici gravi a seguito di urti ripetuti. In ogni modo l'animale aveva cercato di sottrarsi alla sua prigione.

Insieme con i tre cavalli salvati è stata sequestrata anche una capra incinta. Successivamente al sopralluogo è stato rintracciato il proprietario del cosiddetto "allevamento". L.A., residente in zona, è stato identificato e denunciato per maltrattamento e uccisione di animali.

L'intera area è stata posta sotto sequestro giudiziario. Sequestrati anche gli animali superstiti che sono stati affidati a strutture specializzate per le dovute cure. Il cavallo più malandato, invece, è stato portato alla facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Perugia. Le sue condizioni sono preoccupanti e non si teme solo per i danni fisici. La sensibilità dei cavalli potrebbe aver contribuito a peggiorare le condizioni generali.

Questi animali, secondo i veterinari, non potranno mai dimenticare l'orrore subito. Quelli rinchiusi al buio accanto a "compagni" morti, quelli all'aperto che non avevano nulla da mangiare anche se, proprio davanti a loro ma separato da una staccionata, c'era un prato verde di erba fresca.

In ultimo, il Corpo Forestale dello Stato coadiuvato dai tecnici del Comune di Bettona, ha provveduto allo smaltimento - grazie all'ausilio di una ditta specializzata - delle carcasse degli animali morti e alla bonifica di tutta l'area. Le indagini, comunque, non si fermano e si cercherà di capire se il terreno è stato usato anche in passato per seppellire animali.
Lorenzo Gallitto
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