Lussemburgo, 23 aprile 2013 - In Europa  <non sono lontane le posizioni negoziali tra il Consiglio e il Parlamento europeo sulla riforma del settore della pesca: al di là delle differenze lessicali ci sono diversi punti di convergenza. Una situazione su cui si può lavorare positivamente per accordo in tempi brevi>.

Ne è convinto il ministro per la pesca Mario Catania che con i partner europei ha fatto il punto, ieri a Lussemburgo, sui lavori delle tre istituzioni - Parlamento, Consiglio e Commissione - per raggiungere un accordo sulla revisione del settore ittico.  E' chiaro - ha aggiunto Catania - che come Italia <abbiamo cura di mantenere i punti sensibili che ci premono di più, sia sui rigetti di pesce in mare che sulle questioni per il Mediterraneo. Il mio incitamento - ha concluso il ministro - è stato di  <continuare a lavorare sereni in quanto ci sono tutte le condizioni per avere un accordo equilibrato che rispetti gli interessi che abbiamo fatto valere in Consiglio>. 

Va detto che i partner europei avrebbero dovuto anche discutere della ripartizione dei fondi al settore della pesca e degli affari marittimi, ma la Commissione ha preferito nei giorni scorsi ritirare il dossier dall'ordine del giorno dei lavori.

La ragione è forse da ricercare nel fatto che il vertice Ue a febbraio, nello stanziare il bilancio 2014-2020, non ha fatto distinzione tra i fondi destinati al settore della pesca e quelli al programma 'Life' per la salvaguardia dell'ambiente. Per questo bisognerà attendere la decisione di Bruxelles sulla loro ripartizione per avviare al Consiglio anche la discussione sulla parte finanziaria della riforma.
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