di Lorenzo Gallitto
Roma, 9 maggio 2013 - Ancora un'indagine sotto copertura di Animal Equality e ancora immagini di orrore puro che rimandano alla vita degli animali. L'Europa non si è ancora ripresa dallo scandalo della carne di cavallo fatta passare per manzo, e ci si trova a fare i conti con pratiche illegittime nella produzione del foie gras. Ovvero un'inchiesta, in Francia, sull'utilizzo di antibiotici dati alle oche per accelerare la produzione del prodotto da commercializzare.

Alcuni dipendenti del gruppo Euralis (primo produttore al mondo di foie gras) avrebbero riferito dell'uso di questi farmaci con lo scopo di far ingrassare gli animali (una pratica vietata dalla normative). Non solo. Nelle loro denunce si citano anche ripetuti casi di animali malati che sarebbero stati lasciati accanto a quelli sani negli allevamenti di Lescar (Sud della Francia). 

Notizie rimbalzate sulla stampa europea che non hanno colto di sorpresa Animal Equality. Militanti dell'organizzazione hanno attentamente documentato (In italiano sul sito www.Foie-Gras.it), attraverso un'indagine sotto copertura, la vita delle anatre ed oche in diversi allevamenti del Sud-Est della Francia e della Spagna.

<Abbiamo raccolto video e foto con scene terribili di animali confinati in minuscole gabbie, affetti da stress e depressione, feriti dal tubo che ogni giorno gli viene spinto nell'esofago per far passare il cibo, oppressi da problemi respiratori e di deambulazione per le abnormi dimensioni raggiunte dal fegato, maltrattati e lasciati morire senza cure>.

<Ciò che viene riportato oggi dalla stampa francese ed internazionale sull'ultimo scandalo riguardante il foie gras non dovrebbe sorprendere affatto>, sottolinea Francesca Testi, portavoce di Animal Equality in Italia. Il foie gras, ritenuto un alimento ricercato, in realtà è un prodotto scaturito dall'enorme sofferenza degli animali. Dietro, ci sono pratiche crudeli sempre più condannate e boicottate nel mondo. In molte nazioni è stata vietata la produzione di foie gras e alcune istituzioni, come la Camera dei Lord a Londra, l'hanno bandito dal menu per i medesimi motivi. In Italia dal 2007 è stato bandito l'allevamento con un decreto legislativo che ha definito l'alimentazione forzata come una 'tortura'.

<Tuttavia la distribuzione in Italia continua ancora oggi, ponendo il nostro paese in una posizione di incoerenza con quanto affermato nel decreto legislativo> , afferma sempre Francesca Testi. Animal Equality ha lanciato, negli ultimi mesi, una campagna di sensibilizzazione su questo prodotto producendo anche i risultati dell'indagine svolta sotto copertura.

Inoltre ha sollecitato grandi catene di supermercati a eliminare il foie gras dai propri scaffali per scelta etica, trattandosi di un "alimento" che si porta dentro un enorme carico di crudeltà e dolore. Il primo importantissimo risultato, alla fine dello scorso ottobre, è stato registrato quando la COOP, prima catena di distribuzione in Italia, ha comunicato ad Animal Equality di aver deciso di cessare la vendita di foie gras sospendendo gli ordini ed andando fino ad esaurimento delle scorte presenti nei magazzini.

Coop conta  1470 punti vendita con un parco-clienti di circa 7 milioni di consumatori. Il risultato ottenuto grazie a questa adesione è, quindi, determinante. Ma resta l'attesa perché anche le altre grandi catene di distribuzione si adeguino. Attualmente in Europa il 'fegato grasso' proveniente da anatre ed oche è prodotto legalmente solo in 5 paesi: Francia, Bulgaria, Spagna, Ungheria e Belgio.

La Francia è il maggior produttore ed esportatore,  ogni anno sono infatti prodotte oltre 800.000 tonnellate. Per realizzare questo prodotto vengono macellate, ogni anno,  circa 700.000 oche e 37 milioni di anatre.
Lorenzo Gallitto
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