di Lorenzo Gallitto
Roma, 16 giugno 2013 - Chi ci avrebbe mai pensato? Chi poteva immaginare che a New York, ancora colpita dall'11 settembre, si costruissero barriere che non sono destinate ai terroristi? Negli aeroporti si lavora alacremente per realizzare muri di contenimento che non devono servire a bloccare malintenzionati, bensì saranno piazzate per contenere la natura.

Al John Fitzgerald Kennedy di New York una recinzione lunga 1.200 metri è in via di realizzazione lungo la pista. Tutto al fine di impedire l'ingresso alle tartarughe in cerca di luoghi in cui nidificare. Perché succede, a New York, che ogni anno migliaia di tartarughe acquatiche dal dorso di diamante, Malaclemys terrapin, nella stagione dell'accoppiamento si avventurino dalla Jamaica Bay fino sulle piste di atterraggio e decollo dello scalo, in cerca di un luogo in cui deporre le uova.

Un problema di sicurezza non soltanto per gli aerei in atterraggio o in decollo ma principalmente per le stesse tartarughe che ci rimettono la vita. Solo lo scorso anno i dipendenti dell'aeroporto hanno salvato 1.300 esemplari, costringendo a ritardare decine di voli.

Adesso si è deciso di mettere in sicurezza la zona con la lunga barriera. Secondo il New York Post, la barriera è larga 12 centimetri e già quest'anno dovrebbe tenere le testuggini lontano dalle piste. L'aeroporto internazionale si trova sul limitare della baia e di un parco naturale.

Secondo Russell Burke, biologo del'università di Hofstra a Long Island, il piano potrebbe funzionare. Ma, aggiunge, la reazione delle tartarughe è imprevedibile. Certo è difficile immaginare che tentino di scavalcare la recinzione per tornare nelle vecchie e amate zone di nidificazione, ignorando che siano a rischio vita.
Lorenzo Gallitto
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