di Lorenzo Gallitto
Roma, 22 luglio 2013 - Sono i giovani i "custodi" del Creato. Un manifesto, presentato in  in apertura della Giornata mondiale della gioventù all'Università Cattolica di Rio de Janeiro, porta un po' d'Italia in Brasile dove due milioni di persone aspettano il Papa.

Perché il manifesto <I giovani custodi del creato. Il futuro a misura d'uomo che vogliamo> è nato dalla collaborazione tra Il Ministero dell'Ambiente italiano ed il pontificio Collegio dei Laici. Ponendo come riferimento le ipotesi sul futuro ambientale del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) e del programma delle Nazioni unite per l'Ambiente (Unep), il manifesto dei giovani fa proprio l'allarme lanciato dagli scienziati e da questi organismi internazionali per affermare che è giunto il tempo di agire, che la protezione globale dell'ambiente non è cosa che si possa trascurare ancora

Il manifesto ricorda che <nei prossimi cento anni rischiamo di avere lo stesso aumento della temperatura che in altre ere geologiche si è verificato nell'arco di ventimila anni, con un processo duecento volte più veloce a causa delle emissioni dei gas a effetto serra con un tasso di incremento senza precedenti: oggi la quantità di questi gas presenti in atmosfera è maggiore di quella degli ultimi tre milioni di anni>.

L'elenco dei mali che affliggono il pianeta è lungo e desolante: dallo scioglimento dei ghiacciai, all'innalzamento e acidificazione degli oceani, alla deforestazione, siccità ed eventi climatici estremi. Tutto questo <mette a rischio vaste aree del pianeta, specie quelle più povere, e potrebbe causare danni devastanti soprattutto a quei 600 milioni di abitanti che vivono ad appena un metro sopra il livello del mare>.

Papa Francesco nei suoi discorsi ha più volte ricordato la necessità di <custodire il creato>, come testimonianza della potenza di Dio e "casa" di tutti gli uomini della terra. E il futuro è dietro l'angolo e non si può ignorare il male che stiamo facendo al nostro pianeta.

Per questo motivo il manifesto parla del <futuro che vogliamo> e che i giovani dovranno costruire per tutti. L'analisi è impietosa e mette alla base <l'incremento della domanda di energia per far fronte allo sviluppo delle economie emergenti e la diminuita disponibilità di acqua dolce>.

Obiettivi ce ne sono molti ma il primo, fra tutti, è <il diritto alla crescita di oltre due terzi della popolazione mondiale che chiede di uscire dalla povertà e deve trovare una risposta in tecnologie pulite per l'accesso all'energia e all'acqua>. Ora <c'è la possibilità di avallare questo diritto utilizzando le scoperte che la scienza e la tecnologia ci hanno messo a disposizione>, sottolinea il manifesto dei giovani, frutto della collaborazione tra il nostro Ministero dell'Ambiente e il Consiglio dei laici.

Ma se questa possibilità esiste ed è concreta, trionfa, invece, <la fondata impressione che mentre si espandono le nostre conoscenze, venga sempre più a ridursi la capacità di distinguere ciò che è bene e ciò che è male. In altri termini rischiamo di diventare giganti tecnologici, ma nani morali>.

La presentazione del manifesto rappresenta <una novità assoluta, perché lega l'insegnamento sulla 'salvaguardia del creato' di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e Papa Francesco, alle conclusioni della conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile di Rio de Janeiro dello scorso anno 'Il futuro che vogliamo'>.

Non si tratta soltanto di problemi materiali da risolvere, il documento va oltre e traccia i contorni della questione etica che sottende alla crisi ambientale. Perché <tendenza non significa destino>. Ma l'inversione di questa "tendenza" richiede soprattutto un'assunzione di responsabilità morali e di scelte politiche ed economiche basate sulla "custodia del creato".

Il fine ultimo deve essere quello, e tale deve restare, di restituire speranza ai giovani ai quali non si ha il diritto di portare via il futuro. L'invito è arrivato, fin dai primi giorni di pontificato, da Papa Francesco. Un invito raccolto dalla comunità internazionale anche al termine della conferenza di Rio+20, indicando la soluzione nello sviluppo della "crescita verde".

Questa è la strada migliore per assicurare la fine della povertà e la protezione dell'ambiente, della casa che appartiene a tutti gli uomini della terra. <Come ministro dell'Ambiente mi sono adoperato intensamente perché la Conferenza Rio+20 si concludesse con un accordo per il futuro, e successivamente ho promosso insieme al Pontificio collegio per i laici la preparazione del manifesto nella convinzione che dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro possa venire la spinta morale per dare concretezza agli impegni di Rio +20>, ha spiegato l'ex titolare del dicastero, Corrado Clini, alla presentazione del manifesto.

<Si tratta di una speranza - ha sottolineato Clini - che ha il suo 'punto di forza' in Papa Francesco, ­che con il suo nome richiama il Santo che ci ha insegnato a chiamare fratelli e sorelle l'acqua e il sole, e a rispettare tutte le creature di Dio e l'ambiente in cui esse vivono e nel quale noi stessi viviamo con loro>.
Lorenzo Gallitto
Per contatti con la nostra redazione: [email protected]