Roma, 9 ottobre 2013 - Sparare per uccidere e perfino giustiziare i colpevoli sul posto: è quanto chiede ai ranger dei parchi naturali il ministro delle risorse naturali e del turismo della Tanzania, Khamis Kagasheki, contro i bracconieri che uccidono gli elefanti.

Secondo Kagasheki, la violenza dei responsabili del traffico illecito di avorio è tale da richiedere una risposta altrettanto dura, una "lotta senza quartiere". Parlando ad una conferenza sulla protezione dei pachidermi, il ministro ha chiesto pene piu' severe per le persone coinvolte nel bracconaggio, suggerendo addirittura la loro fucilazione.

<Sono consapevole del fatto che alcuni presunti attivisti per i diritti umani faranno un putiferio sostenendo che anche i bracconieri hanno diritto di essere processati nei tribunali, come ogni persona - ha detto Kagasheki, secondo quanto riportato dal Tanzania Daily News -. Però, diciamocelo, i bracconieri non solo uccidono gli animali selvatici, ma non esitano neanche a sparare sulle persone innocenti>.

La proposta shock ha ovviamente spaccato l'opinione pubblica; secondo alcuni gruppi ambientalisti infatti una tale mossa potrebbe essere controproducente e portare ad un'escalation della violenza dei bracconieri: già negli ultimi dieci anni in tutti i parchi naturali dell'Africa sono state uccise più di 1.000 guardie forestali. WWF e altre organizzazioni fanno notare inoltre che spesso il bracconaggio è figlio della povertà e quindi non va risolto con mezzi repressivi.

In Tanzania si calcola che gli elefanti siano circa 70/80mila, un quarto della intera popolazione africana. Il bracconaggio è arrivato a livelli allarmanti nel Paese e in quelli vicini: solo lo scorso anno sono stati uccisi nel continente circa 36.000 elefanti. A questo ritmo, stimano gli esperti, si potrebbe arrivare all'estinzione dei grandi mammiferi entro 12 anni.
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