Roma, 14 ottobre 2013 - A Fumane (VR), la scorsa settimana gli agenti della Polizia Provinciale hanno fermato un cacciatore che aveva appena ucciso una Capriola in fase di allattamento. Domenica 6 ottobre 2013, nei boschi intorno a Fumane, la Polizia Provinciale ha bloccato un uomo che aveva caricato sulle spalle una Capriola uccisa con un fucile a pallettoni e che mostrava i segni evidentissimi dell’allattamento. Il cacciatore è stato denunciato per aver utilizzato un tipo di munizione vietato e per aver ucciso un Capriolo fuori dal protocollo previsto per la caccia di selezione.

La caccia ai Caprioli è consentita, infatti, solo dopo il censimento dei capi e rispettando norme specifiche sull’età, il sesso e le condizioni di salute degli animali. Mercoledì 9 ottobre 2013 un bracconiere, beccato mentre era appostato per sparare in mezzo ad un bosco nella frazione di Breonio (VR), si è dato alla fuga.

Dopo un rocambolesco inseguimento è stato bloccato dagli agenti che hanno scoperto che si trattava di un personaggio già noto per reati di bracconaggio, a cui era stata ritirata la licenza di caccia da vent’anni.

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: <La povera femmina di Capriolo uccisa era in fase di allattamento e, quindi, ora i suoi cuccioli non riusciranno a sopravvivere senza la mamma, perché sono animali incapaci di procurarsi cibo. Quest’uccisione vigliacca va punita in modo esemplare, senza alcuno sconto. Le pene, attualmente previste dalla Legge sulla caccia 157 del 1992, non sono commisurate alla gravità di reati infami come questo>.

<Deve esserci quanto prima una revisione della normativa in vigore. Complimenti alla Polizia Provinciale per i risultati ottenuti. A questo punto invito la Magistratura ad andare fino in fondo e confido in una pena che costituisca un deterrente per tutti quelli che pensano di poter uccidere impunemente qualsiasi cosa si muova o di poter imbracciare un fucile senza licenza di caccia e di farla franca o di rischiare poco. In questo caso, considerando che la fauna patrimonio indisponibile dello Stato, dovrebbe essere applicato il reato di furto aggravato ai danni dello Stato>.
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