di Lorenzo Gallitto
Roma, 13 novembre 2013 - Erano organizzati e attrezzati. Per far combattere i cani avevano costruito un vero e proprio ring dove fissavano gli incontri. I combattimenti, che coinvolgevano prevalentemente cani pitbull, venivano poi ripresi con videocamere e i filmati venduti agli "amatori". Teatro di tutto questo, il quartiere Zen di Palermo dove i carabinieri sono intervenuti per portare a termine l'operazione.

I militari hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di obbligo di presentazione alla p.g. nei confronti di sei persone, tra i 21 e i 30 anni, tutti residenti nel quartiere "Zen 2". I giovani sono accusati di aver violato, in concorso, il divieto di combattimenti tra animali, e per due di loro è scattata anche l'accusa di maltrattamento.
 

Le indagini sono scattate a marzo scorso quando i carabinieri sorpresero quattro persone intente a guardare il video di un combattimento tra pitbull. Il primo indizio fu raccolto nel corso di un controllo stradale effettuato la mattina del 10 marzo. I carabinieri hanno trovato, a bordo di una Bmw in via Leonardo da Vinci, cinque persone intente a guardare un video su una fotocamera digitale. Alla vista dei carabinieri i cinque avevano nascosto immediatamente la telecamera.

Insospettiti, i militari hanno approfondito l'accertamento, notando prima gli abiti sporchi di sangue di uno degli uomini. Il filmato, subito sequestrato, mostrava un sanguinoso combattimento tra due pitbull, in un "ring" costituito da un recinto di legno e una moquette verde. Allo "spettacolo" assistevano diversi spettatori-scommettitori, che incitavano gli animali, riprendendo la scena con cellulari e telecamere. Il documento filmato ha consentito agli investigatori dell'Arma di risalire con certezza a 5 persone, riprese mentre urlavano agli animali e a individuare il "ring" impiegato negli incontri. Nell'ambito dell'operazione sono stati recuperati e sequestrati 6 pitbull.
 

L'intervento è scattato in flagranza di reato, ovvero nel pieno di un combattimento e uno dei cani è stato recuperato mentre si trovava ancora sul ring, ferito e sanguinante. Gli altri cinque, rivelano i carabinieri, erano sistemati in recinti fatiscenti. Tutti i cani, come verificato dal veterinario Asl, erano privi dei microchip identificativi obbligatori per legge.

Non solo. In questa sorta di recinto degli orrori, sono stati trovati anche un becco, alcuni conigli e un gallo, ormai morto, con ancora attaccata una flebo. Secondo gli investigatori probabilmente anche il gallo veniva impiegato in combattimenti e la flebo doveva servire a rimpinzarlo di sostanze dopanti

Il blitz è scattato la notte dell'11 giugno: i militari hanno trovato allo Zen 2, su un terreno incolto tra le vie Marchese Pensabene e 46, un'area recintata con reti di materassi e bancali, dove era stato attrezzato un "ring" simile a quello filmato. Nel corso dell'operazione, diversi soggetti sono fuggiti, ma tre sono stati bloccati, tra cui un minore. Alcune donne del quartiere, dopo l'operazione, si sono presentate ai carabinieri rivendicando la proprietà dei cani che volevano fossero restituiti loro. Ma il Tribunale di Palermo ne ha disposto la confisca e non il temporaneo sequestro.
 

I 6 cani sono stati ricoverati nell'ospedale veterinario. Dopo le prime cure e poiché gli animali sono stati sottoposti a confisca, la femmina di pitbull con i suoi tre cuccioli è stata spostata al canile municipale dove la famigliola è in attesa di possibili adozioni. I due maschi adulti, invece, fortemente provati dalle lotte di cui portano addosso i segni e ferite, sono stati ricoverati in una struttura di recupero per cani ex combattenti di Lascari.

Per loro, ferite al collo, al muso e alle orecchie e segni di passate lotte. E non è finita perché le indagini proseguono per identificare tutti i componenti della banda e gli spettatori presenti, dal vivo, attorno al ring dove i cani si uccidevano.  Il provvedimento è stato emesso dal gip Daniela Cardamone relativamente alle indagini condotte dai carabinieri della stazione di San Filippo Neri e coordinaei dal sostituto procuratore Siro De Flammineis.
Lorenzo Gallitto
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