Roma, 25 dicembre 2013 - Si è conclusa con l’ennesimo sequestro la vicenda dei cani all’interno del campo nomadi di via Bruzzo, a Bolzaneto. Due settimane fa le Guardie Zoofile Enpa, coadiuvate dagli agenti della Polizia di Stato, avevano sequestrato cinque cuccioli di poche settimane, tenuti senza mamma, in uno spazio angusto, buio e terribilmente sporco.

In quell’occasione, nonostante le ripetute domande da parte degli agenti, gli abitanti del campo si erano rifiutati di fornire informazioni riguardo alla madre dei cuccioli, la quale si trovava a quel punto in una situazione assai precaria per la propria salute: oltre ad essere sicuramente debilitata dalla gravidanza e dal parto recente, essendo in piena fase di allattamento, lontana dai suoi piccoli, poteva andare incontro a gravi problemi.

I cuccioli sono stati portati in canile, dove hanno ricevuto le cure del caso e da dove aspetteranno una nuova famiglia allo scadere dei 60 giorni.  Mentre le Guardie ENPA iniziavano una serie di controlli in città per trovare la madre dei piccoli, la vicenda otteneva ampio risalto sui social network, sui giornali e sulle agenzie di stampa, tanto che L’Enpa ricevette una nuova segnalazione da parte di un cittadino, riguardante un cane sospetto nello stesso campo nomadi.

L'altra mattina, quindi, gli agenti zoofili, accompagnati nuovamente da Polizia e dal Reparto Ambiente dei Vigili, si sono ripresentati in via Bruzzo, dove, finalmente hanno trovato la cagnolina, tenuta nelle stesse tremende condizioni dei suoi cuccioli e fortemente spaventata. Dai controlli è risultato che la giovane mamma era munita di microchip romeno ma il passaporto risultava non conforme alle direttive europee, ma soprattutto privo di della certificazione da parte dello Stato: si trattava quindi di un documento privo di ogni valore legale, un falso, come molti ne sono stati trovati in questo periodo.

La cagnolina, di nome Sara, è stata subito portata in canile, dove, dopo i controlli veterinari ha potuto finalmente rivedere i suoi piccoli. <Siamo soddisfatti di poter raccontare questa storia a lieto fine – hanno commentato i volontari dell'Enpa di Genova -, ma nello stesso tempo siamo preoccupati per il perpetuarsi di questo traffico sommerso di cani e passaporti falsi, un problema non esclusivamente connesso al benessere animale, ma che abbraccia una più ampia problematica sanitaria, relativa alla circolazione di animali non controllati in Europa>.
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