Roma, 27 dicembre 2013 - “L’attività dei volontari della LIPU a Roma per il recupero degli animali selvatici feriti è encomiabile. Il Corpo forestale dello Stato e la LIPU continueranno a collaborare insieme per il benessere degli animali, la lotta al bracconaggio e la salvaguardia del patrimonio faunistico nazionale. La mia presenza vuole rappresentare un ringraziamento per il lavoro di associazioni come la LIPU che operano per la tutela degli animali”. Così ha commentato stamattina Cesare Patrone, Capo del Corpo forestale dello Stato, durante una visita presso il Centro recupero fauna selvatica della Lega Italiana Protezione Uccelli a Roma.

Il Capo del Corpo forestale dello Stato, accompagnato dal Presidente della LIPU Birdlife Italia, Fulvio Mamone Capria, e dalla responsabile del Centro, Francesca Manzia, ha potuto osservare personalmente le delicate fasi dell’arrivo di un animale ferito e del suo primo soccorso ed ascoltare dai volontari le storie di tanti esemplari curati nella struttura in seguito a traumi o ferite causati da impatti o incidenti stradali, bracconaggio, detenzione in cattività. 

“Ogni anno circa 6.000 animali selvatici feriti provenienti da Roma e provincia vengono accolti dai nostri volontari che, tutti i giorni dell’anno, cercano di soddisfare le migliaia di richieste di soccorso che giungono dai cittadini e dalle forze dell’ordine”, ha sottolineato Fulvio Mamone Capria.

“Un vero e proprio ospedale per la fauna selvatica di Roma che deve proseguire la sua attività. Proprio per questo apprezziamo le parole dell’Assessore all’ambiente del Comune di Roma, Estella Marino, che ha dichiarato di essersi attivata per risolvere il problema del mancato finanziamento del centro per il 2013 e di volerne sostenere le attività nel 2014.” Il presidente della LIPU ha ringraziato Cesare Patrone per la visita rimarcando la sinergia operativa tra l’associazione e il Corpo forestale dello Stato ed esprimendo apprezzamento per l’impegno profuso dal personale della Forestale nel contrastare i crimini ambientali, le ecomafie, le zoomafie e le aggressioni al patrimonio naturalistico dell’Italia.
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