Roma, 15 gennaio 2014 - Codevigo (PD): cacciatore spara ai cani del vicino uccidendone uno e ferendo gravemente l’altro. I Carabinieri di Codevigo (PD) hanno denunciato per uccisione di animali e esplosioni un  cacciatore che ha sparato con il fucile da caccia contro i due cani del vicino di casa, uccidendone uno.

L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha affermato: «Invito il Questore di Padova a revocare immediatamente la licenza di caccia. Invito LAV, LAC, ENPA, OIPA e ANPANA a costituirsi parte civile nell’eventuale processo a carico del responsabile di un gesto così odioso ed imperdonabile».

Un cacciatore quarantasettenne di Rosara di Codevigo (PD) è stato denunciato dai Carabinieri per uccisione di animali ed esplosioni pericolose per aver sparato ai due cani del vicino di casa. Ad inizio gennaio 2014, infatti, il cacciatore ha imbracciato il fucile da caccia e colpito i poveri animali, uccidendone uno e ferendo gravemente l’altro. Il cacciatore si è giustificato davanti ai Carabinieri, affermando che pensava che i due cani fossero dei randagi e non li voleva vedere davanti a casa. I due cani avevano preceduto di pochi minuti il proprietario fuori dall’abitazione e sono stati ritrovati colpiti a terra poco distanti: Nerone era già privo di vita, mentre Berni era agonizzante. Fortunatamente, dopo la corsa alla clinica veterinaria, almeno Berni è riuscito a salvarsi.

L’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «Davanti a tanta crudeltà si rimane basiti. A individui senza scrupoli come questo cacciatore che, oltre tutto, cerca di giustificarsi affermando di credere fossero animai randagi come se questa fosse una scusante, bisogna togliere la licenza di caccia, sequestrargli il fucile e sottoporlo ad un controllo psicoattitudinale. Chi preme il grilletto con tanta facilità potrebbe essere pericoloso per l’incolumità pubblica. Sono state rilasciate troppe licenze di caccia a persone irresponsabili e che, comunque, non danno quell’affidabilità necessaria per maneggiare un’arma. Ricordo che recentemente il Tribunale Amministrativo Regionale di Parma con sentenza 352 del 2 dicembre 2013 ha affermato che, anche in assenza di una condanna, il porto d’armi può non essere rinnovato se viene meno l’affidabilità della persona».

Con riferimento al Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), secondo la prima sezione staccata del TAR dell’Emilia Romagna, “l’esplosione di colpi di fucile all’indirizzo di un animale domestico, avvenuta nella vicinanza di edifici adibiti a civile abitazione, a tacere del fatto che indica di per sé un abuso nell’utilizzo dell’arma, è fatto di gravità tale da rendere il provvedimento adottato immune da vizi sotto il profilo della congruità, proporzionalità e ragionevolezza”.

«Chiedo, quindi, al Questore di Padova di applicare questa importantissima sentenza e revocargli la licenza di caccia - ha concluso Zanoni - Invito LAV, LAC, ENPA, OIPA e ANPANA a costituirsi parte civile quando ci sarà il processo a suo carico».
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