Roma, 17 febbraio 2014 - Sperimentare su animali significa esporre l’uomo ad alti rischi e, nonostante siano in grande sviluppo branche scientifiche come la farmacogenomica e l’epigenetica che dimostrano l’alta specificità delle cure in relazione all’individuo, si continua a pretendere che un ratto, un cane o un pesce siano modelli attendibili per le malattie umane.

In particolare, va sottolineata la pericolosità e l’alto indice di fallimento per i farmaci pediatrici, infatti i bambini sono le ennesime vittime di un processo basato su leggi arretrate e su lobby che basano i propri interessi sul profitto e non sulla salute. E' quanto sostiene la Lav in una nota

"Malgrado in molte Nazioni si stiano promuovendo le ricerche condotte su modelli non animali, in Italia ciò non sta ancora avvenendo. Le differenze stesse (metaboliche, di superficie corporea, di volume di distribuzione) tra adulto e bambino fanno si che, secondo alcuni reports, l'80 % dei farmaci usati in pediatria siano “off label” o non autorizzati - afferma Angela Fiore, Medico Pediatra Neonatologo - Immagino che qualsiasi pediatra e qualsiasi genitore preferirebbe sapere che sono state utilizzati tutti i controlli di sicurezza  disponibili (farmaco genomica, modelli matematici, modelli artificiali di organi e apparati) prima di somministrare una  molecola al proprio bambino sulla base di dati estrapolati dall'adulto o addirittura da specie diverse." 

I dosaggi per minori sono spesso derivati da quelli per gli adulti e semplicemente ricalcolati in  base al peso corporeo. I bambini però differiscono dagli adulti non solo per una questione di  peso ma anche per specifiche peculiarità in termini di farmacocinetica e farmacodinamica  (Kimland E., 2012), recita ancora la nota della Lav.

Il rapporto superficie corporea/peso nei bambini può essere fino a tre volte maggiore che negli adulti, provocando un maggiore assorbimento dei farmaci per somministrazione topica, per di più l’assorbimento, il metabolismo e l’eliminazione dei farmaci vanno incontro nel tempo a forti processi di sviluppo e possono variare moltissimo nelle diverse fasce di età (es. neonati, infanti e adolescenti) e alcuni farmaci, come i corticosteroidi e altri ormoni, possono modificare la crescita e lo sviluppo (Steinbrook R., 2002).

"L’indice di fallimento della sperimentazione con il modello animale supera il 90%, esponendo la nostra specie a dati fortemente fuorvianti e pericolosi. E per i bambini i rischi aumentano ulteriormente - afferma la biologa Michela Kuan, responsabile LAV Vivisezione - La vivisezione, infatti, è un abile paravento giuridico ben lontana dai principi dell’etica, senza alcun fondamento scientifico e dunque di sicurezza ed efficacia".

Un’analisi, effettuata dall’Università di Nottingham (UK) ed apparsa sulla rivista Acta Pediatrica ha sottolineato come di su 739 studi clinici per testare farmaci a scopo pediatrico solo 13 avessero comitati composti da membri non arruolati dalle aziende farmaceutiche. Reazioni avverse ai medicinali (fra cui l’ipertensione, emorragie, insufficienza renale, psicosi, ecc.) sono state segnalate in circa 37 % dei trial; nell’11 % le reazioni erano da moderate a serie, e 6 studi clinici sono stati interrotti precocemente a causa della grave tossicità del farmaco; non a caso erano anche quelli con comitati di controllo indipendenti. Inoltre, un'inchiesta dell'Observer ha rivelato che orfani e bambini, anche di tre mesi di età, sono stati utilizzati come cavie in esperimenti medici, potenzialmente dannosi, sponsorizzati dalle industrie farmaceutiche.

"Il nostro Paese deve cambiare rotta e preoccuparsi concretamente del futuro delle nuove generazioni e dei malati implementando lo sviluppo di tecniche realmente predittive per la nostra specie che non facciano uso di animali ma utilizzino l’unico modello attendibile: l’uomo. - conclude Michela Kuan - Le conoscenze scientifiche hanno acclarato che l'essere umano non è un ratto di 70kg ed è ora che l’Italia, grazie all’osservazione dei principi dell’articolo 13 della legge di delegazione europea 96-2013 nel nuovo Decreto legislativo, si affacci all’Europa in modo competitivo grazie a tecniche innovative senza animali dimostratesi promettenti nei Paesi che investono maggiormente in questo campo".

"Lo stesso presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Luigi Nicolais ha sottolineato la “scarsa attenzione da parte del Governo italiano'' nel progetto Horizon 2020 (che ha stanziato più di 72 miliardi per i metodi alternativi). Speriamo sia il punto di svolta per il nostro Paese che potrebbe tornare a essere un punto di eccellenza a livello comunitario e smettere di cedere all’estero le menti più promettenti, tagliando i ponti con un modello mai validato della fine dell’800: quello animale", conclude la Lav.
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