Roma, 4 marzo 2014 – Dietrofront della Provincia di Pisa: secondo quanto reso noto da fonti di stampa, l'assessore all'agricoltura - Giacomo Sanavio -, si sarebbe impegnato a ritirare la determina approvata nei giorni scorsi, con cui si autorizzava lo sterminio di 500 volpi per opera dei cacciatori. Determina che la Protezione Animali riteneva essere un regalo al popolo delle doppiette che – come noto - considerano le volpi alla stregua di un competitor.

«E' una bellissima notizia che arriva a seguito della mobilitazione di centinaia di persone che hanno aderito al nostro mail bombing – commenta l'Ente Nazionale Protezione Animali – . Naturalmente prendiamo atto della grande sensibilità mostrata in questo caso dall'assessore Sanavio, il quale ha tenuto in considerazione la volontà espressa dai cittadini che hanno manifestato un fortissimo dissenso contro la crudele ed inutile strage delle volpi, motivata solo dal fatto che si nutrono di lepri e fagiani immessi per fini venatori, rovinando il "divertimento" dei cacciatori ad ucciderli nella stagione venatoria, e si è comportato di conseguenza annunciando il ritiro del provvedimento».

Quanto accaduto nel Pisano, e nelle altre province toscane che hanno revocato determine analoghe grazie alla grande mobilitazione dei cittadini, dovrebbe essere preso ad esempio di best practice da tutte le amministrazioni pubbliche del nostro Paese - purtroppo non sono poche – che pensano ancora, dopo oltre 20 anni di abbattimenti, di risolvere dei presunti problemi sterminando gli animali. “Soluzioni”, queste, contrarie non solo alle previsioni normative della legge 157/92, che prevede, solo laddove ci sia un accertato e urgente "problema" – e non certo quindi in casi come questo - il ricorso in via prioritaria ed obbligatoria a metodi di contenimento ecologici (incruenti).

Come ha anche dichiarato l'assessore, bisogna inoltre dar conto agli orientamenti della nostra opinione pubblica che è sempre più sensibile ai temi della tutela e della protezione degli animali ed è sempre più attenta alle delibere che, pretestuosamente, autorizzano stragi. «Tra l'altro – prosegue l'Enpa -, gli abbattimenti sono del tutto inadatti a risolvere possibili squilibri nelle popolazioni della fauna selvatica, che sempre tenderà ad aumentare quando le risorse alimentari sono disponibili in grande quantità (è il caso di lepri e fagiani destinati alle “doppiette”). Anche per questo abbiamo più volte sollecitato gli amministratori pubblici a fermare la pratica dei ripopolamenti a fini venatori. Naturalmente confermiamo alle istituzioni locali la disponibilità a fornire il nostro supporto per la gestione, tanto etica quanto scientifica, delle eventuali problematiche legate alla gestione degli esemplari selvatici>.
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