Roma, 4 marzo 2014 - “L'Italia resta sotto la lente di ingrandimento della Commissione Europea per i numerosi casi di bracconaggio che si verificano nella penisola. Se non interveniamo al più presto rischiamo pesanti sanzioni economiche”. Lo fa sapere l'eurodeputato PD Andrea Zanoni, vice presidente dell'Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, annunciando l'apertura del Caso EU Pilot 5283/13/ENVI "Uccisione, cattura e commercio illegale di uccelli", una procedura che avviene appena prima dell'apertura di una infrazione.

“La Commissione europea ha chiesto al Ministero dell'Ambiente e al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali dettagliate e precise informazioni sui ripetuti casi di bracconaggio in Italia - spiega Zanoni - ed in particolare: bracconaggio nel Delta del Po con mezzi vietati come i richiami elettroacustici; bracconaggio in Sicilia con prelievo di pulli nei nidi di Lanario, Falco pellegrino e Aquila del Bonelli; uccellagione in Sardegna (Sulcis e Sarrabus) con reti lacci e trappole di piuccoli passeriformi;  uccellagione in Valcamonica, Valtrompia e Valsabbia di piccoli uccelli migratori; bracconaggio con fucili e reti ai danni dei rapaci in migrazione; bracconaggio di anatidi e trampolieri in provincia di Foggia (vasche Margherita di Savoia e laghi di Lesina e Varano) e cattura di allodole con reti; bracconaggio di anatidi e trampolieri nelle "vasche della camorra", bracconaggio di quaglie e tortore e cattura di passeriformi primaverile nelle isole di Ischia e Ponza”.

“Questa è una risposta sonora a quanti continuano a negare i gravissimi casi di bracconaggio in Italia e la non sempre pronta risposta di certe autorità locali. Dal canto mio continuerò a denunciare queste violazioni alla normativa europea a Bruxelles e a monitorare da vicino l'evolversi della situazioni in Italia”, conclude l'eurodeputato.
Per contatti con la nostra redazione: [email protected]