Roma, 2 aprile 2014 - Una gattina di sei mesi è tornata oggi a casa con il collo intrappolato in un cappio di filo da pesca. L’episodio è avvenuto a Casalecci (Grosseto) nella stessa via Versilia dove un anno fa fu colpito a morte da una carabina il gatto Bombolo. Stavolta Mima è stata invece fortunata, in quanto la proprietaria, la signora Vincenza Andreozzi, si è accorta in tempo del filo e ha liberato la piccola. “Era un filo da pesca appositamente annodato per fare da cappio – ha dichiarato alla LAV la signora Andreozzi – e non mi sembra possibile che sia un caso”.

Intanto altri due gatti della signora Andreozzi mancano all’appello: Benito, un maschio castrato di meno di un anno che non si fa vivo da domenica scorsa e un’altra femmina che oggi non si è presentata all’ora del pasto. “Tutto fa pensare che il filo avvolto intorno al collo di Mima fosse una trappola predisposta per uccidere -  dichiara Giacomo Bottinelli, responsabile della LAV Grosseto - anche perché nella stessa via Versilia il 23 marzo dell’anno scorso qualcuno sparò al gatto Bombolo della famiglia Candela. In quel caso il fascicolo risulta ancora aperto in Procura e la denuncia non è stata archiviata”.

“Sono episodi inquietanti che fanno parte di un clima di odio per gli animali”, prosegue Bottinelli. “Qualche tempo fa su Facebook un abitante di Casalecci aveva anche annunciato pubblicamente di aver messo esche velenose nel proprio giardino perché disturbato dai gatti. Ricordiamo che la legge punisce anche con la reclusione l’uccisione e il maltrattamento di animali. E’ assolutamente vietato piazzare trappole ed esche nocive così come far del male con qualunque mezzo agli animali. La signora Andreozzi sporgerà denuncia per l’accaduto. Speriamo che le indagini portino a identificare i colpevoli”.
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