Roma, 3 aprile 2014 - Tre decenni in una gabbia, sfruttato, straziato nel corpo e nello spirito. Nonostante tutto, oggi Oliver non desidera altro se non vivere e godere della bellezza e della gioia intorno a sé.
<La prima volta che ho incontrato Oliver, il nostro orso ferito, è stato nell’aprile del 2010, la notte in cui è arrivato nel nostro centro di recupero di Chengdu dopo essere stato salvato da una fattoria della bile nella provincia cinese di Shandong>, racconta Nicola Field, Responsabile Veterinario, Cina. Field ricostruisce la terribile storia di quest'orso che non si è mai arreso al suo destino nelle fattorie della bile. E che oggi ha una vita diversa.

<Oliver e gli altri nove orsi hanno percorso 2.400 chilometri in quattro estenuanti giorni. Ma come se questo non fosse già abbastanza, a metà strada Oliver è stato sottoposto ad un intervento chirurgico salvavita di quattro ore nel cassone di un camion. E’ difficile immaginare le condizioni in cui questo orso ha trascorso 30 interminabili anni e come sia sopravvissuto in così tanta miseria… Non solo Oliver è stato imprigionato per tutta la sua esistenza in una gabbia fredda e angusta, ma il suo addome era rinchiuso in una pettorina metallica arrugginita che manteneva in posizione il catetere per l’estrazione della bile>, racconta ancora Field.

<Vedere quest’orso anziano, con la testa deformata e le zampe troppo corte, trotterellare fuori dal suo rifugio coperto verso le aree esterne della riserva, annusare l’aria, l’erba e la terra, non smette mai di ispirarmi in ciò che faccio>, continua l'esperto. Oliver è uno delle centinaia di orsi salvati dalle fattorie della bile da Animals Asia. Ognuno di loro ha una tragico passato alle spalle. Guarda Oliver oggi. Nei suoi occhi vive la speranza che tutti insieme si possa mettere fine a questa terribile industria. Per firmare la petizione: www.animalsasia.it