Pescasseroli (L'Aquila), 18 aprile 2014 - I risultati delle analisi non lasciano dubbi: è stata la tubercolosi bovina la causa della morte dell'orsa trovata agonizzante, il 14 marzo scorso, in località Sperone di Gioia dei Marsi dalle guardie del Servizio Sorveglianza e soccorso dal servizio veterinario del Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise.

Inutili i tentativi di rianimarlo, l'animale morì poche ore dopo. Lo dicono i risultati degli esami eseguiti dal Centro di referenza nazionale per la Medicina Forense Veterinaria dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, con sede a Grosseto. Dalle analisi è emerso che le lesioni principali riferibili a tubercolosi sono concentrate nell'intestino e questo fa pensare ad un'origine alimentare dell'infezione. L'orsa avrebbe mangiato organi di bovini infetti.

"L'allarme, purtroppo inascoltato, dell'Ente Parco - riferisce una nota - in particolare riferito alla vulnerabilità dell'esigua popolazione di orsi, riguardo alla necessità di un'azione coordinata e più efficace in materia di prevenzione sanitaria, si è rivelato fondato e l'infezione massiva che ha causato la morte dell'orsa fa venire a mancare alla popolazione una femmina in pieno periodo riproduttivo. Non si può più indugiare nell'attuare un regime più restrittivo per l'allevamento di animali al pascolo, pena la potenziale scomparsa della popolazione di orso bruno più rara al mondo. Martedi' 22 aprile, per mettere in atto le misure più urgenti per fronteggiare l'emergenza, in accordo con il sindaco e i servizi veterinari della Asl è stata convocata una riunione a Gioia dei Marsi di tutti gli enti coinvolti. Un vertice sull'allarme esteso a tutto il Parco.
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