Roma, 23 aprile 2014 – L'orca Morgan, soccorsa nel 2010 in acque olandesi come animale in difficoltà ma poi venduta ad un parco acquatico di Tenerife (Spagna) - il Loro Parc -, è stata condannata a trascorrere il resto della propria esistenza in cattività. Lo ha deciso l'alta corte dell'Aja (Olanda) che ha oggi respinto il ricorso presentato dal network internazionale di associazioni animaliste - di cui l'Ente Nazionale Protezione Animali è il partner Italiano - con l'obiettivo di ottenere la riabilitazione e il successivo rilascio in mare di Morgan.

«Con il nostro ricorso abbiamo non soltanto contestato la procedura, contraria ai più basilari principi etici, che ha portato alla detenzione in cattività dell'orca - si trattava infatti di un animale libero prelevato in mare per essere soccorso e restituito al proprio ambiente e non certo per divertire il pubblico di un parco divertimenti - ma abbiamo anche presentato prove incontestabili che dimostrano il grave stato di sofferenza fisica e psicologica patita da Morgan presso il Loro Parc», spiega il direttore scientifico dell'Enpa, Ilaria Ferri che prosegue: «Un animale stressato al punto di staccare a morsi interi pezzi di cemento della propria vasca. E come se questo non bastasse è stata prodotta una copiosa documentazione che dimostra come Morgan, esemplare femmina, sia stata più volte aggredita da altre orche, maschi, detenute presso la medesima struttura».

«Naturalmente - rilancia Ferri - non abbiamo alcuna intenzione di rassegnarci al verdetto dell'alta corte olandese. La nostra battaglia per la liberazione di Morgan prosegue: insieme al coordinamento internazionale Free Morgan, stiamo mettendo in cantiere specifiche azioni di protesta anche telematiche che comunicheremo non appena saranno pianificate a livello internazionale».
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