Pompei (Napoli), 27 aprile 2014  - Accalappiacani negli Scavi di Pompei (Napoli). E la cosa non piace a molti che sostengono che il vero problema degli scavi non sono certo gli animali, regolarmente microchippati e accuditi. Da domani mattina una squadra di operatori dell'Asl Napoli 3 Sud pattuglierà il sito archeologico per "bonificarlo" dalla presenza dei randagi che storicamente circolano indisturbati.

Il problema dei cani, fotografati e spesso indicati come emblema dell'incuria della città antica, sarà risolto da una impresa di Ottaviano che li chiuderà nel suo canile. La ''caccia a Fido'' durerà tre giorni. Ma l'uso degli accalappiacani non piace a quanti difendono gli animali. La protesta parte da un gruppo di guide turistiche che lavorano regolarmente negli Scavi di Pompei e che hanno inviato una lettera al Soprintendente di Pompei, Massimo Osanna, e alle testate giornalistiche, promettendo di raggiungere anche le ambasciate dei paesi esteri.

''Come mai - chiedono le guide turistiche - i cani diventano sempre e obbligatoriamente il capro espiatorio del degrado di Pompei?''. ''Questo problema è già stato sollevato in diverse occasioni, ed ogni volta sono giunte da tutto il mondo lettere di solidarietà ai cani di Pompei che sono la sola nota di allegria, simpatia e dolcezza in un sito degradato da anni per via dell'incuria delle amministrazioni, e dello scarso senso civico di alcuni turisti'' .

La lettera è firmata da Annamaria Durante, guida autorizzata di Roma e Provincia, e Regione Campania, che fa parte anche di un'associazione di volontariato con la quale presta assistenza ai randagi, molti dei quali - assicura - ''sono castrati, sterilizzati , microchippati e curati dalle varie associazioni di volontariato''.
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