Roma, 4 maggio 2014 - Una storia da raccontare che fa bene al cuore. In tempi mesti per il lavoro e di pubblicità negativa per la città di Napoli, c'è chi ha la forza e la costanza di reinventarsi per trovare lavoro ma anche obbedire alla propria grande passione: gli animali.

Il protagonista di questa vicenda è un uomo che, nella vita, faceva il barman ma che ha perso il lavoro. E allora ha pensato che fosse il caso di dare libero sfogo alle proprie passioni diventando operatore di Pet Therapy. Il suo nome è Giovanni Vuolo, 37enne di San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. Un anno fa l'impiego da barman è sfumato, complice la crisi economica, e il titolare del locale dove era impiegato, a Napoli, lo ha licenziato. Nulla di personale, ma gli affari - come per tutti - non andavano più come una volta e il titolare non poteva permettersi di pagare lo stipendio del dipendente.

Giovanni è rimasto attonito ma poi, anche grazie al supporto della Rete e dei social network, Facebook in particolare, ha trovato una via nuova. Una via che coniuga il dover lavorare con la sua passione: gli animali. Oggi Giovanni è sicuro di avere un futuro ed è molto più sereno. A raccontare questo mutamento è proprio lui: <Avevo conosciuto alcune persone del nord Italia - ricostruisce - alle quali avevo detto di avere una passione per gli animali: cani, gatti, pecore, asini, cavalli, pesci. Ne ho avuti tanti nella mia vita. Quando ho perso il lavoro, alcune amiche mi consigliarono di iscrivermi a un corso per l'abilitazione alla Pet therapy (terapia con gli animali). Sono partito per il nord e ho ottenuto il brevetto dall'Engea per la play pet e per l'equitazione ricreativa per disabili. Forse sono l'unico in provincia di Napoli ad avere l'abilitazione per fare l'operatore di questo tipo di terapia. Un anno fa ho creato un'associazione sportiva dilettantistica equestre, 'Empatiamoci', e mi sto dando da fare per farla conoscere anche fuori dai confini comunali, magari per farne un'attività che mi consenta di andare avanti, oltre ad aiutare gli altri''.

E' diventato imprenditore di se stesso, Giovanni, e punta su un futuro del tutto diverso da quello che stava scrivendo dietro il bancone di un bar. I soci dell'associazione che ha fondato possono interagire con asinelli, un pony e molti animali da cortile. I contatti avvengono sotto la guida di Giovanni che coordina la play pet. <Al momento ci sono alcuni bambini disabili che frequentano l'associazione - spiega il 37enne - un bimbo autistico, alcuni ipovedenti, altri con diverse problematiche di adattamento. Chi vuole può chiedere il supporto di medici specialisti: con me ci sono una psicomotricista, una psicologa, un logopedista. Ma la terapia si rivolge anche ai normodotati. E non solo ai bambini>.

Un avvio con soddisfazione, per Giovanni. E' lui a raccontare dei progressi dei più piccoli ai quali insegna il contatto con gli animali, e che seguono un percorso oculo-manuale. ''La pet therapy aiuta in tante cose - conclude - ma bisogna capire che è una terapia complementare e non sostitutiva. Il contatto con gli animali è davvero un toccasana per la percezione del dolore, la riduzione dell'ansia e altro. In questo anno ho visto tanti progressi con i bambini, ma la mia più grande gioia è stata vedere la mamma di un bambino autistico commuoversi davanti al figlio che mi faceva capire di avere bisogno del bagno. Prima di allora non aveva mai comunicato con nessun estraneo, tantomeno palesato i suoi bisogni>. Ogni minuscolo progresso è motivo di orgoglio per quest'uomo che è stato capace di reinventarsi a 37 anni seguendo il filo del suo grande amore.
Lorenzo Gallitto
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