Roma, 31 maggio 2014 – L'Associazione “Animalisti Italiani Onlus”, ha raggiunto Alès, nel sud della Francia, per partecipare al Corteo Europeo Anti-corrida. Testimonial d’eccezione a capo del corteo la Drag Queen Lady Oscar.

A causa della corrida, nella sola Spagna, ogni anno muoiono 30,000 tori, senza contare gli innumerevoli vitellini torturati e uccisi durante gli allenamenti dei toreri. La Corrida sarebbe destinata ad estinguersi visto che il 72% degli spagnoli è contrario a questa “tradizione” e 4 giovani su 5 vorrebbero fosse bandita. La Corrida non è più neanche una meta turistica (i tori drogati e torturati non attraggono) e alcune compagnie turistiche come l'Alpitour non la inseriscono più nei programmi turistici. Le isole Canarie l'hanno abolita dal 1991 e la Catalogna dal 2012 (Vedi Dossier Corrida su www.animalisti.it ).

Eppure sopravvive. Probabilmente grazie ai finanziamenti. La Spagna stanzia ogni anno 571 milioni di euro per la sopravvivenza della Tauromachia e l'Unione Europea, con 129 milioni l'anno attraverso i finanziamenti destinati agli allevamenti dalle Politiche Agricole Comuni (CAP). Purtroppo i politici spagnoli, oltre a promuovere la corrida e finanziarla, vogliono rilanciarla tentando la via del riconoscimento di Patrimonio dell'UNESCO. Tale riconoscimento andrebbe a vanificare anche la scelta fatta in Catalogna e nelle Isole Canarie, che sarebbero costrette ripristinarla.

Attualmente, riferisce Animalisti italiani onlus, è praticata in varie zone della Spagna e, con altre denominazioni e in maniera spesso diversa, anche in Portogallo, nel sud della Francia e in alcuni Paesi dell'America latina come Messico, Perù, Venezuela, Ecuador, Colombia, Costa Rica, Panamá e Bolivia. La corrida spagnola ha dunque contaminato anche il vicino Portogallo e il Sud della Francia e ad oggi sono 66 i luoghi tra città e cittadine francesi dove si svolgono le corride.

La Francia ha già abolito questa pratica in 4 città e Alès sarebbe stata la quinta se alle scorse elezioni di marzo non fosse stato rieletto il Sindaco che ha sempre promosso e protetto la corrida. Su questo tema, e sul blitz compiuto dal gruppo nel Sud della Spagna, il presidente di animalisti italiani onlus, Walter Caporale, si è espresso in maniera chiara: “E' vergognoso che in un momento di grande crisi, sia in Italia che in Europa, invece di finanziare asili, servizi sanitari e rilanciare il lavoro si sovvenziona, strumentalmente al rilancio delle tradizioni e del turismo, la crudeltà e la tortura sugli animali. La corrida non interessa più né agli spagnoli e né ai turisti, interessa solo a chi si arricchisce con i soldi pubblici. Se passasse la proposta di farla diventare “Patrimonio culturale immateriale dell'umanità” assisteremmo al ritorno al medioevo e non alla tradizione. Un arretramento culturale spaventoso voluto solo dai soliti sfruttatori”.

Per Mauro Mitrotti, responsabile della Campagna “Stop ai finanziamenti Europei alla corrida” così non si può andare avanti. “L'Associazione “Animalisti Italiani Onlus” - www.animalisti.it  – oltre ad avere lanciato una petizione ha inviato a tutti gli Europarlamentari Italiani e al Commissario Europeo per l’Agricoltura Dacian Ciolos, una lettera in cui li invitavamo a mettersi una mano sulla coscienza al momento del voto e di non contribuire, con soldi pubblici, alla continuazione di “spettacoli” di tortura e crudeltà come le “fiestas populares” e la corrida. Li abbiamo, inoltre, invitati a leggere il nostro Dossier dove sono presenti dettagliatamente tutte le cifre finanziate agli allevamenti di tori da combattimento,“camuffate” nel Piano di Politiche Agricole Comuni dell’UE (detto C.A.P.). Contestualmente abbiamo attivato - con il prezioso contributo di volontari, cittadini, attivisti, animalisti che non condividono la scelta di finanziare tali barbarie - un mail bombing in prossimità del voto, avvenuto a ottobre 2013, diretto agli europarlamentari italiani per chiedere un impegno affinché s'introducesse, nella programmazione dei Fondi per l’Agricoltura per il periodo 2014-2020, una norma per impedire che le risorse andassero agli allevamenti di tori “da combattimento”.

"Purtroppo la nostra mobilitazione non ha fermato lo stanziamento dei Fondi Europei destinati agli allevamenti dei tori da combattimento - riporta una nota di Animalisti italiani onlus - Nonostante ciò, noi non ci arrendiamo. Questa campagna ha trovato molto consenso tra gli animalisti e tra tutti gli Italiani in generale. Abbiamo già raccolto migliaia di firme con la petizione lanciata lo scorso 12 Settembre, e continueremo a raccoglierle nei mesi a venire. Faremo qualsiasi cosa è nelle nostre forze, affinché si blocchino questi fondi che incentivano pratiche di tortura e crudeltà. Noi non ci arrendiamo e siamo ad Alès per informare anche i francesi, contrari alla corrida, che l'Unione Europea finanzia una pratica non voluta dai cittadini europei”.
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