Roma, 27 giugno 2014 - 90 tra Deputati e Senatori appartenenti a tutte le forze politiche hanno firmato, in soli tre giorni, la lettera aperta al Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, per chiedere la liberazione dei macachi dello stabulario modenese.

“Ben 90 Parlamentari, fra i quali Manuela GRANAIOLA (Ufficio di Presidenza Commissione Sanità) e Silvana AMATI del PD, Sandro BONDI e Michela Vittoria BRAMBILLA di FI, Ivan CATALANO e Manuela REPETTI del Gruppo Misto, Serenella FUCKSIA (Segretaria 12° Commissione Sanità Senato) e Paola TAVERNA, del M5S,  si sono uniti, per chiedere al Rettore dell’Università di fermare questa violenza”, commentano LAV e Animal Amnesty. 

I parlamentari, ricordando al Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia che “la sua Università si è distinta nel 2012 per aver ceduto uno dei macachi ad un centro di recupero nell’ottica di una progressiva riduzione del numero dei primati non umani nello Stabulario Interdipartimentale e che l’Ateneo si era formalmente impegnato a non sostituire tale animale “con l’acquisto e/o l’introduzione di un nuovo animale nella colonia”, hanno chiesto “di interrompere tale attività sperimentale e di cedere i macachi alle Associazioni disposte a farsene carico per metterli a dimora in centri di recupero idonei”. 

I macachi allevati nello stabulario dell’Università di Modena, infatti, sono utilizzati per test molto invasivi al cervello che hanno come esito la morte. La nuova legge sulla sperimentazione vietando l’allevamento di primati, colpisce direttamente questo laboratorio che pur non potendo farne nascere altri può, però,  continuare a usarli. Numerosi gli appelli degli animalisti che chiedono la libertà di queste scimmie, che hanno la possibilità rarissima di conoscere una vita diversa lontano da paura e costrizione.

Per la loro liberazione Animal Amnesty e LAV, insieme a AnimAnimale, si troveranno domani, sabato 28 giugno, alle 15 in Largo S. Agostino a Modena per corteo nazionale per la liberazione dei macachi dell'Università di Modena. “Questo Ateneo deve, ora, cogliere l’occasione per dismettere gli animali ancora presenti nelle proprie gabbie e sostituire le proprie obsolete ricerche sulle scimmie con modelli alternativi etici, realmente predittivi per la salute dell’uomo”, concludono LAV e Animal Amnesty.
Per contatti con la nostra redazione: [email protected]