Calcutta (India), 28 giugno 2014 - Un pescatore indiano, Sushil Manjhi, è stato ucciso da una tigre che lo ha assalito saltando sulla sua barca e trascinandolo in una palude di mangrovie. L'allarme è stato lanciato dal figlio dell'uomo, Jyotish Manjhi, che con il padre e la sorella stava pescando granchi. La tigre, racconta Mahji, è saltata sulla barca mordendo l'uomo al collo e, sebbene lui e la sorella l'abbiano colpito con dei bastoni, l'animale ha mantenuto la presa ed è saltato giù dalla barca scomparendo fra le mangrovie con il padre.

L'aggressione è avvenuta nel parco nazionale di Sunderbans, nel Bengala Occidentale, sede di una delle più grandi riserve di tigri del Bengala al mondo. È la quarta volta che negli ultimi quattro mesi una tigre attacca e uccide una persona nella regione. L'attacco sottolinea le difficili condizioni di vita di milioni di indiani in condizione di povertà, costretti a cercare risorse per sostentarsi frugando nelle foreste e nei fiumi ed esponendosi agli attacchi di animali selvatici. Molti abitanti dei villaggi del Sunderbans, come Manjhi e i suoi figli, pescano i granchi nei fiumi sebbene sia vietato farlo nelle riserve, poiché riescono a rivenderli a un buon prezzo.
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