Roma, 29 giugno 2014 - L'elenco dei destinatari è tanto lungo quanto è forte l'indignazione. Enrico Rizzi, capo della segreteria nazionale del Partito animalista europeo, non ci sta a sopportare in silenzio che si compiano orrori come quello di Palermo. E per questo ha scritto al ministro dell'Interno e al suo vice, al questore di Palermo, al prefetto della stessa città e alla Procura della Repubblica del capoluogo siciliano.

Ha scritto perché esistono leggi che vietano i combattimenti tra cani eppure in Sicilia, a Palermo, questi continuano a svolgersi nell'indifferenza generale. Ha scritto perché la Lida della città ha segnalato una vicenda odiosa ed agghiacciante: un grande cane corso buttato nella spazzatura morente. Addosso, le ferite di un violento combattimento durante il quale, evidentemente, questa creatura è stata sopraffatta. Dopo averlo mandato al macello i vigliacchi di turno l'hanno mollato tra i rifiuti ancora vivo ma in agonia. E a nulla sono valsi i soccorsi per il povero cane che i volontari della Lida avevano chiamato Ares. E' morto questa mattina. Era stato scaricato da una macchina in corsa in un quartiere palermitano. Tanto a chi importa nulla di lui? Un anonimo aveva chiamato i volontari della Lida: c'è un cane che sta male perché ha partecipato ad un combattimento.

Circostanze confermate anche dai veterinari che lo hanno preso in cura dopo l'intervento dei volontari. Le profonde ferite, del tutto compatibili con il combattimento, avevano leso organi vitali e Ares, questa mattina, è spirato. E Ares, purtroppo, non è certo il primo cane a fare questa fine terribile a Palermo dove il giro dei combattimenti sembra aver ripreso vigore. Ci sono i soldi di mezzo, le scommesse. E l'affare viene controllato soprattutto in alcuni quartieri come lo Zen.

Prova ne è, nei mesi scorsi, l'irruzione della polizia che aveva sequestrato quello che si riteneva il ring di allenamento e dei combattimenti. Adesso Ares è morto e sembra che a nessuno freghi nulla. Per questo Rizzi ha preso carta e penna e ha scritto. <Ogni mese sembra tutto una normalità, come se vivessimo nei paesi dell'Est. Corse clandestine di cavalli e combattimenti tra cani sono all'ordine del giorno. Mi chiedo, da cittadino indignato, dov'è lo Stato italiano. Perché questi delinquenti e parassiti della società sono tranquilli di poter fare tutto ciò ? Perché nessuno li ferma?>.

<Tutte le volte che un animale è vittima della criminalità, lo Stato ha perso. Ha fallito>, prosegue Rizzi. <Ed ha fallito anche oggi, domenica 29 giugno 2014, quando l'ultimo cane, dopo aver combattuto, è morto nell'indifferenza delle Istituzioni>, conclude il capo della segreteria del Pae. Esistono leggi ed esistono istituti chiamati a farle rispettare. Ma a Palermo non valgono?
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