Roma, 26 luglio 2014 - La Giostra dell'Orso sara' sospesa almeno per un anno. "La manifestazione così non continuerà". Lo ha annunciato il sindaco di Pistoia, Samuele Bertinelli, in conferenza stampa, dopo i due gravi infortuni avvenuti ieri sera durante la manifestazione, che hanno determinato la soppressione di due cavalli "per motivi compassionevoli", ha spiegato il sindaco. In una dettagliata nota consegnata ai giornalisti si legge, tra l'altro, che "le numerose, nuove garanzie introdotte non sono state sufficienti a garantire la sicurezza di cavalli e fantini. La manifestazione serale del giorno di San Jacopo, così non può dunque continuare. Occorre una riflessione seria e approfondita dell'intero consiglio comunale e di tutta la città. Fin da subito il sindaco indica però la necessità di non svolgere - intanto - mentre si svilupperà la discussione, l'edizione del prossimo anno".

Il sindaco ha detto inoltre che "nella nottata di ieri è stato inoltre disposto il sequestro dei due animali, attualmente conservati in una cella frigorifera a disposizione del magistrato che potrà disporne l'autopsia". La decisione del sindaco è arrivata al termine di una giornata rovente per le polemiche. La LAV annuncia azioni legali.  Per Nadia Zurlo, responsabile del settore Equidi LAV, "sono troppi i cavalli mandati a morire in questi spettacoli che invece dovrebbero essere aboliti su tutto il territorio nazionale, in quanto retaggio del passato, senza alcuna logica attuale, totalmente anacronistici e in contrasto con il sempre più diffuso sentimento di rispetto degli animali. Società civile e istituzioni devono impegnarsi a bandire per sempre queste manifestazioni insanguinate".

Sull'episodio è intervenuta anche l'ex ministro Michela Vittoria Brambilla: "Manifestazioni come la Giostra dell'Orso di Pistoia, che ieri è costata la vita a due cavalli, non hanno nulla a che vedere con la cultura e la tradizione, ma sono residui anacronistici di un'epoca in cui non erano tenuti in alcun conto i diritti e il benessere degli animali - dichiara in una nota la parlamentare di Fi - oggi fortunatamente la sensibilità è mutata e sono sempre di più, e sempre più forti, le voci che si levano contro queste 'corse della morte' e ne chiedono la cancellazione senza se e senza ma, come io faccio da anni".

Nel caso specifico, afferma Brambilla, "colpiscono l'insistenza con cui si è voluto procedere dopo il primo incidente, nonostante la pioggia e le condizioni del tracciato, e la scelta di utilizzare purosangue, abituati a correre su piste regolari. A che è servita la supervisione del Coni? Materia per l'inchiesta, certo, ma anche per una riflessione che dovrebbe coinvolgere, oltre agli enti locali, soprattutto il governo e il Parlamento: questi spettacoli - conclude l'ex ministro - non sono da Paese civile".
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