Firenze, 29 luglio 2014 - Il comandante regionale per la Toscana Giuseppe Vadalà accompagnato dal comandante provinciale di Grosseto Alessandro Baglioni incontrerà il sindaco del comune di Semproniano (Grosseto), Miranda Brugi, per fare il punto della situazione sul tema delle uccisioni di lupi o ibridi di lupo nel grossetano.

Soltanto un paio di giorni fa è avvenuto l'ennesimo atto criminale ai danni di un presunto lupo lasciato senza vita e con le zampe legate nel paese di Semproniano.  Sono in corso le analisi per stabilire con certezza la specie di appartenenza dell'animale.  L'attività del Corpo forestale dello Stato è stata intensificata da quando si sono verificate le uccisioni, che dallo scorso dicembre ammontano a sette. L'incontro tra i vertici della Forestale toscana e il sindaco dell'ultimo Comune interessato è necessario per mettere a punto le migliori strategie a tutela della fauna selvatica e per individuare gli autori e mandanti delle uccisioni, nonché le cause scatenanti di un fenomeno che per la sua serialità potrebbe rientrare in un preciso disegno criminoso.

Intanto sull'assassino seriale di lupi in Maremma interviene anche il Wwf.  "Il lupo fatto trovare in piazza nel paesino di Semproniano, nella alta maremma toscana, è solo l'ultimo atto di bracconaggio registrato in ordine temporale in una guerra senza quartiere che va avanti dall'Aspromonte alle Alpi con tagliole, veleni e armi da fuoco", denuncia l'organizzazione del Panda. 

Il Wwf, inoltre, propone cinque azioni strategiche per salvare il lupo: "Allevamenti, adozione capillare di strumenti anti-predazione; Politica unitaria per gli indennizzi; Monitoraggio e registrazione dei danni; Gestione del randagismo; Allontanamento intrusi".

"Le ricerche promosse in questi ultimi anni parlano di un 15-20% della popolazione stimata ogni anno vittima del bracconaggio - denuncia il Wwf - e se consideriamo una popolazione prossima ai 1000 esemplari in tutta Italia si tratta di un circa 150/200 lupi che potenzialmente ogni anno vengono illegalmente uccisi.  Animali condannati dalla mancanza di una puntuale e coordinata strategia di gestione che possa valorizzare dati e conoscenza scientifiche e consenta di promuovere quella politica di prevenzione per minimizzare i conflitti con le attività umane".  

Secondo il WWF queste azioni dimostrano la necessità di una azione delle istituzioni forte e decisa e a cui bisogna accompagnare una azione culturale diffusa, che apra il dialogo, che faccia comprendere come prima di tutto la convivenza con il lupo deve essere ricercata da tutta la comunità, non dalle sole istituzioni. 

"In un contesto già così difficile - prosegue la nota - il Wwf non può che dirsi sbigottito e fortemente amareggiato da quanto è avvenuto ieri ad Ozzano dell'Emilia, davanti alla sede dell'ex INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) oggi parte dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), dove un gruppo di cacciatori ha manifestato contro il più importante istituto di ricerca scientifica e ambientale a supporto del Ministero dell'Ambiente". "E' inaccettabile - prosegue l'assoziazione ambientalista - che si cerchi di mettere un bavaglio alla ricerca scientifica, cercando di mortificarla ed intimorirla con simili manifestazioni che nulla hanno a che vedere con processi democratici".

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