Santa Maria Imbaro (Chieti), 1 agosto 2014 - Il Corpo forestale dello Stato di Chieti ha sequestrato 49 topi da laboratorio negli stabilimenti della Fondazione Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro.Il sequestro è stato ordinato dal gip del tribunale di Lanciano su richiesta della Procura frentana, che nei mesi scorsi aveva avviato un'indagine su segnalazione della Lega Anti Vivisezione.

Il reato per cui procede la Procura di Lanciano è "uccisione di animali" (articolo 544 bis del codice penale). I topi (mus musculus) sequestrati sono "gli unici sopravvissuti di una colonia molto più numerosa", spiega il comandante della forestale di Chieti, Livia Mattei.

Nel corso di un'ispezione delegata dalla Procura della Repubblica di Lanciano, a seguito di una segnalazione della Lega Anti Vivisezione, il Corpo forestale dello Stato ha verificato infatti come una colonia di topi per sperimentazione, non più utile alle attività di ricerca condotte, fosse stata soppressa. Il taglio delle risorse economiche subito dalla Fondazione Mario Negri Sud, malgrado l'eccellenza che essa ha rappresentato e rappresenta nella ricerca, ha determinato la soppressione di circa 750 animali giudicati in esubero, eliminazione decisa, peraltro, all'esito del tentativo, senza successo, di collocare gli animali altrove.

Ma la soppressione non poteva rientrare nella cosiddetta uccisione con metodi umanitari, ammessa dalla norma solo nell'ambito di un ciclo di sperimentazione o procedura - spiega il comandante provinciale Livia Mattei - in altre parole, i 750 topolini sono stati soppressi senza che sia stata ravvisata alcuna necessità.

La responsabilità del reato di uccisione di animali "andrà successivamente accertata all'esito dei necessari approfondimenti". Il titolare dell'inchiesta è il procuratore capo di Lanciano, Francesco Menditto. "La sorte dei 49 animali sopravvissuti è stata a questo punto decisa dall Autorità giudiziaria che ne ha disposto il sequestro, non potendosi escludere la possibilità anche di una loro soppressione da parte del citato centro, conclude la forestale. Gli animali, quindi, sono stati affidati in custodia dal Cfs alla Lav, che si è da subito resa disponibile in tal senso.

“Il sequestro giudiziario pone in salvo gli animali e li mette al riparo dal pericolo di altre violazioni delle leggi – dichiara Gianluca Felicetti, presidente LAV – aldilà dello sdegno per l’uccisione degli altri topi, noi abbiamo operato giuridicamente facendo valere non l’elargizione di un favore nel prendere in carico questi animali ma il loro diritto a non essere uccisi in un laboratorio”.

“L’uccisione degli altri topi pone in evidenza l’esistenza di una inaccettabile prassi del sistema-vivisezione, tanto più grave perché esercitata all’interno di quello che  viene declamato come l’eccellenza degli Istituti di ricerca in Italia che professa, purtroppo solo a parole, il principio del ricorso ai metodi alternativi”, conclude Michela Kuan, biologa e responsabile LAV settore vivisezione.

La LAV in queste ore sta provvedendo sotto controllo medico-veterinario al trasferimento dei topi presso una struttura idonea a garantire loro la vita degna di essere vissuta. Gli animali verranno custoditi ed accuditi sotto la responsabilità della LAV, nominata custode giudiziario dalla Procura della Repubblica.

La LAV si oppose con forza alla creazione del Mario Negri Sud ai tempi della sua apertura, negli anni ’90 criticando anche la pioggia di contributi pubblici stanziati per realizzarla. Per il futuro dei lavoratori dell’Istituto la LAV chiede la sua riconversione a Centro d’eccellenza sullo sviluppo dei metodi sostitutivi della vivisezione.
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