Trento, 19 agosto 2014  - A difesa dell'orsa Daniza, responsabile dell'aggressione contro un uomo nei boschi di Pinzolo, alcune associazioni ambientaliste e animaliste hanno avviato a Trento, davanti al palazzo della Provincia, un presidio no stop a staffetta fino a sabato 23 agosto. Scopo dell'iniziativa è chiedere il ritiro dell'ordinanza della Provincia di Trento che ordina la cattura dell'orsa, definita "illegittima, inaccettabile nonché sbagliata, presa sull'onda dell'emotività dai nostri amministratori". Un gruppo di animalisti e ambientalisti aderenti a Lac, Oipa, Lav, Eticanimalista, Enpa e Animaliamo ha acceso delle fiaccole, "simbolo di speranza di libertà per Daniza ed i suoi cuccioli". 

E mentre il popolo del web si mobilita facendo pressioni sulla Provincia autonoma per il ritiro dell'ordinanza che prevede la cattura dell'animale, scende in campo anche Legambiente. "Per salvare l'orsa Daniza occorre mettere da parte l'emotività: monitorarne attraverso l'Ispra i suoi comportamenti e valutare successivamente le azioni da intraprendere". E' questa la posizione di Legambiente, che chiede alla provincia di Trento di attenersi a quanto previsto dal piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace).

Un piano che prevede, d'intesa con il ministero dell'Ambiente, la messa in atto di misure proporzionate al comportamento manifestato dai plantigradi. "Occorre mettere da parte pregiudizi e semplificazioni - dichiara il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - e rispondere alle emergenze in maniera razionale e sfuggendo alle emotività, da qualsiasi parte esse vengano espresse, per vincere la sfida della convivenza possibile tra umani e specie selvatiche. Per fare questo servono coerenza e determinazione politica ma anche investimenti in cultura della coesistenza, ben sapendo che siamo chiamati tutti a mettere in discussione convinzioni e modificare i nostri comportamenti".

"Già altre volte gli amministratoti trentini, sulla spinta dell'emotività e della polemica politica, hanno agito in maniera unilaterale e senza tenere conto di quanto hanno condiviso attraverso la sottoscrizione del Pacobace con il ministero, le altre regioni e Ispra - commenta Antonio Nicoletti, responsabile aree protette e biodiversità di Legambiente - La provincia di Trento non è la proprietaria degli orsi, bene comune di valore transnazionale, e sebbene debba garantire l'incolumità dei cittadini e dei turisti presenti sul suo territorio, non può intervenire al di fuori delle regole sancite dal buon senso, oltre che da accordi nazionali e dalle regole comunitarie che tutelano l'orso bruno alpino".

La vicenda di Daniza ci richiama a un'attenta riflessione sulla gestione della popolazione di orso bruno presente nel territorio alpino, frutto in questo caso della reintroduzione della specie avvenuta agli inizi del 2000 attraverso il progetto 'Life ursus'. Progetto il cui grande valore dal punto di vista conservazionistico è stato unanimemente riconosciuto, ma che rischia di fallire per l'inadeguato sostegno delle istituzioni locali alle attività di informazione sui comportamenti da tenere (in particolare in presenza di madri accompagnate da cuccioli). E' assolutamente necessario investire nell'educazione delle persone, perché siano in grado di acquisire i comportamenti più adeguati alla presenza dell'orso, e in misure di mitigazione dell'impatto sociale che la presenza degli orsi comunque provoca in questi territori, conclude Legambiente.
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