Roma, 10 settembre 2014 - Una storia strana e triste. A raccontarla, la Lega per la difesa del cane di Teramo. "C’erano una volta, come nelle favole, dei gatti felici che vivevano nei pressi della Parrocchia di San Berardo a Teramo. Li accudiva, con amore e pazienza, il parroco – Padre Vittorio – e ne veniva ricompensato con miagolii e fusa, e tutto il tenero affetto che il gatto domestico usa riservare al suo compagno uomo. I gatti di Padre Vittorio avevano la sabbiolina e tutte le cuccette con le copertine allineate in un locale adiacente il giardino, ciotoline sparse nel cortile con crocchette, latte e acqua a volontà. Erano mici che vivevano sereni, sdraiati pigramente al sole sull'erbetta, sui davanzali, sui muri che circondano la chiesa. Circe, una delle più anziane, aveva scelto di vivere sulla tettoia del cortile e aspettava sempre Padre Vittorio che dalla finestra del secondo piano le porgeva le ciotole di acqua e cibo".

"Era un tempo felice ma destinato a finire come tutte le favole belle: Padre Vittorio se ne va in pensione e viene sostituito da Padre Francesco che, nonostante il nome del santo che onora, di gatti nella proprietà della Chiesa non ne vuole sapere". Così ricostruiscono i fatti i volontari della Lega nazionale per la difesa del cane.

"Cancelli chiusi, porte sbarrate e le ciotole sistemate sulla strada, guardate con sguardo attonito dagli animali che, per loro natura e indole, non sono abituati ai repentini cambiamenti", ricostruiscono i volontari. Va precisato, inoltre, che i mici della chiesa di San Berardo erano aiutati dalle volontarie della sede teramana della Lega Nazionale per la Difesa del Cane. L'Associazione si è occupata delle sterilizzazioni e, più in generale, del loro benessere.

Tutte cose che, con l’avvento di Padre Francesco, sono andate purtroppo a “farsi benedire” sostituite dal divieto assoluto di entrare nelle proprietà ecclesiastiche per gatti e umani che volessero assisterli. "A nulla son valse le preghiere, le richieste e l’intervento di persone della parrocchia, del vigile ecologico del Comune, dei simpatizzanti e dei volontari di LNDC. Un’unica concessione: un pasto frugale ai micetti fuori dalla chiesa, nell’attesa del loro trasferimento pronto e definitivo in altro luogo", riferiscono i volontari.

"La cosa che maggiormente colpisce in tutta questa triste vicenda è vedere come uomini di Chiesa, che tutti immagiamo più buoni, più caritatevoli verso tutte le creature di Dio, si siano dimostrati tanto indifferenti. – afferma Catia Durante, Presidente LNDC sezione di Teramo – E' stato chiesto anche al Vescovo di Teramo di intercedere con Padre Francesco per porre fine ad un caso tanto grave, quanto increscioso, ma ci è stato risposto di riservare tanta sensibilità agli esseri umani e non agli animali. A tale affermazione abbiamo semplicemente sottolineato che l'uno, non esclude l'altro, e che gli uomini non hanno un cuore per gli esseri umani e uno per gli animali, ma un cuore buono o cattivo", prosegue Durante.

Successivamente all'incontro con il vescovo, è stato comunicato che per disposizioni superiori i gatti non solo non potevano stare nei cortili della chiesa, ma neanche vicino. Ragion per cui le ciotole venivano spostate dell'altra parte della strada, Cosa che è stata fatto con conseguenze tragiche: un gatto è morto investito. "Stringe il cuore vedere tante code attorcigliate davanti ai portoni sbarrati di San Berardo e osservare faccette attonite volte verso l’entrata della chiesa. La strada che si snoda davanti alla Parrocchia è pericolosa, trafficata e senza riparo da piogge e intemperie. E i gattini, abituati alla tenera sollecitudine del Parroco precedente, non sono avvezzi alle mille insidie della società umana", sottolineano i volontari della Lega nazionale per la difesa del cane.

Padre Vittorio è stato informato della cruda realtà e ha pregato i volontari di portare da lui in Liguria la vecchia gatta Calipso. Purtroppo, gli altri gatti non può ospitarli perché non gli viene permesso. E' bene ricordare che esistono leggi specifiche per definire le “colonie feline” (L.281/91) e che, con la sentenza del Tribunale di Milano del 30 settembre 2009 n.23693 si è persino precisato che “le colonie feline hanno specifica territorialità”, posto che – in base alla natura del gatto stesso –  quest’ultimo ha necessità di un riferimento territoriale. "
"Ma, al di là di definizioni giuridiche, leggi e leggine, interpretazioni e sentenze, resta una domanda: che fastidio e disagio possono recare i venti gattini di San Berardo a noi umani del Terzo Millennio? Le loro fusa sommesse, il loro pigro sonnecchiare sui gradini del Chiostro, le loro codine alzate in segno di saluto, non inviterebbero il viandante alla meditazione e al raccoglimento? " chiedono i volontari che ora invocano aiuto per trovare casa a questi micetti sfrattati dalla chiesa. Per chi volesse aiutare a trovare una sistemazione adeguata ai gatti sfortunati sfrattati dalla parrocchia di San Berardo a Teramo può contattare la LNDC alla email: [email protected]