Roma, 14 settembre 2014 - Un tweet a dir poco infelice, un tentativo di "riparare" e una polemica che attraversa l'Italia e che ora ha, tra i suoi obiettivi, anche Bruno Vespa. Per l'orsa Daniza e la sua terribile fine la mobilitazione non si ferma, la protesta cresce di pari passo con l'indignazione e lo sconcerto. A prescindere per quanto accade nel mondo o, forse, proprio per per quello poiché la capacità di commuoversi e di provare empatia non si manifesta per specie ma va oltre e proprio in quell'oltre resiste la pietas umana, nei confronti di uomini e di animali.

L'ultima tessera di questo puzzle di angoscia, sconcerto e ribellione, l'hanno messo gli attivisti di Centopercentoanimalisti proprio contro il popolare conduttore e giornalista televisivo. Un'incursione a suon di manifesti alla sede Rai di Milano per ricordare che non solo si può essere tristi per "la stupida morte di mamma orsa" ma si può anche essere indignati, arrabbiati. Persino oltre perché - sottolinea Centopercentoanimalisti - "Daniza è stata uccisa deliberatamente".

"Per arrivarci c’è stata tutta la montatura partita dall'aggressione al fungaiolo, non verificata se non dal racconto dello stesso, dal clima di allarmismo e odio fomentato nella regione. Ma non solo Daniza, secondo alcuni tutti gli Orsi andrebbero eliminati dal Trentino. Perché? Guarda caso, nella zona riservata loro è in progetto la costruzione di impianti sciistici. Ancora piste tracciate con la dinamite, ancora ganci, taglio di alberi, turisti beoti che della montagna non capiscono niente", riporta un comunicato di Centopercentoanimalisti.

"Ecco che Daniza (e gli altri due Orsi uccisi di recente) è stata ammazzata per disporre di un’altra area da sfruttare e rovinare, per il vile guadagno di pochi. Un assassinio per interessi concreti, insomma", prosegue la nota dell'organizzazione.  Nella notte tra il 13 e 14 settembre, militanti di Centopercentoanimalisti hanno tappezzato i muri, l’entrata e zone circostanti della sede RAI di Milano in Corso Sempione, con locandine adesive irriverenti dirette a Bruno Vespa e a tutti coloro che trattano questa vicenda dagli schermi Rai con sufficienza e superficialità.
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