Milano, 16 gennaio 2012 - MEGLIO una sfilata spettacolo o una passerella che regala emozioni? Un dilemma difficile da sciogliere ieri a Milano Moda Uomo che ha visto sul palcoscenico delle idee e dell’eleganza tanti superbig come Thomas Maier per Bottega Veneta, Giorgio Armani con l’Emporio, Ermanno Scervino, Salvatore Ferragamo col tratto di Massimiliano Giornetti, l’inglese Vivienne Westwood, il turco Umit Benam Sahim che disegna Trussardi, la sempre invidiata Miuccia Prada. E proprio quest’ultima ha provato a coniugare le due facce di una collezione, quella eclatante e quella più intima, con la sfilata di star americane che le ha reso molti simpatici applausi dai fans e forse l’ha un po’ distratta dalla sua vena creativa. "Questa è una parodia del potere maschile - spiega Miuccia - E con lo spazio vuoto occupato solo da un gigantesco tappeto rosso ho voluto riprodurre l’atmosfera del palazzo del potere. Mi interessa riflettere su come attraverso l’abito l’uomo eserciti la sua supremazia".

PER QUESTO servivano maschi speciali, interpreti della mise en scene, ed ecco l’invito (subito accettato) rivolto al premio Oscar Adrien Brody che ha chiesto di essere il più eccentrico, ai gemelli Alexandre & Victor Carril, ad un veterano del set come Willem Dafoe, al simpatico Tim Roth che non ha proprio l’allure del modello, a Gary Oldman e altri divi americani di nuova generazione. A loro Miuccia ha fatto indossare i capi da sera, tutti neri e solo Brody col cappotto rosso. Lo stile di Prada per l’inverno 2013 punta sul doppio cappotto, sul collo alto sotto la camicia a effetto collare, sugli altarini di fazzoletti bianchi inamidati, pins da socio del circolo, rose e garofani nel taschino.
Ha riletto 'Cime tempestose' e 'Il nome della rosa' Giorgio Armani nel tratteggiare il suo uomo romantico che ha una storia dietro e dentro di sé. "Non c’è un filo di nylon - racconta lo stilista - ho preferito le lane che stanno bene addosso per recuperare un atteggiamento più umano e meno aggressivo. Sì, come il premier Monti. Mi piace ricordare coi miei abiti un passato di emozioni, con uno scambio al femminile con gli sciarponi-stola sui doppiopetto e sugli accessori che hanno sempre più successo". Grigio il colore forte dell’Emporio, declinato anche in montoni rasati, maglieria ampia e svasata, cappotti un po’ severi, sempre col cappuccio che regala un’aria misteriosa.

"MI DISPIACCIONO gli attacchi all’Italia, nessuno come noi italiani sa rimboccarsi le maniche e darsi da fare - dice Armani - e forse questo mio neoromanticismo è anche un segno del nuovo modo di affrontare il mondo che si fa avanti". In passerella anche un accenno saggio di precollezione donna che per ora però "è solo un arricchimento", e molta soddisfazione da parte di Armani per la chiusura del fatturato 2011, a due cifre. Analoga la soddisfazione per il business al maschile dell’anno appena passato da parte di Toni Scervino, amministratore unico della Ermanno Scervino. «Il 2011 si è chiuso molto bene anche se la prudenza di questi tempi è d’obbligo per la situazione incerta dell’economia. Siamo cresciuti, in Italia e sui principali mercati esteri», spiega Toni. Merito della qualità altissima dei tessuti, tutti in esclusiva, per la griffe che Ermanno Scervino spinge sempre di più verso l’artigianalità e quel savoir faire che regala unicità ed esclusività alla sua moda. "Ho lavorato su una moderna sartorialità - racconta Ermanno dopo gli applausi - con una vena di gusto british come per la maglieria argyle e gli intarsi nella pelliccia di kalgan dei parka militari. Mi piace molto la lana cotta stretch per le giacche a doppio petto anche a sei bottoni, perché sono all’insegna del confort". Molto bello il cappotto di Galles che si accende di azzurro e nella linea che si accosta al corpo disegna la figura, le maglie spensierate a righe, i cardigan di lana a ferri, le giacche da sera in pilor accoppiato a macramè con effetti usurati dopo molti passaggi manuali, la sciarpa in seta a righe bianche e nere da ammaliatore rock royal che sostituisce farfallino e sparato.

E’ UN ESTETA che gira la metropoli con l’I.Pad l’uomo di Salvatore Ferragamo immaginato come un dandy-gentiluomo da Massimiliano Giornetti. "Ho pensato a un collezionista che ama il tailoring impeccabile di cappotti di alpaca e pellicce di astrakan grigio perla - racconta Giornetti che mercoledì presenterà nella sala regia della Stazione Centrale qui a Milano la precollezione donna - e veste giacche dalle spalle importanti”. Sfilano i modelli mentre soffia il vento sul cappotto di bouclè, le scarpe Tramezza Special Edition fatte a mano con la punta squadrata e dettaglio d’acciaio, i gessati perfetti e gli accessori in pelle color granato, la sera in blu genziana. Fra i trend più azzeccati di ieri quello delle giacche patchwork di Bottega Veneta che rilancia lo stivaletto col tacco 6 che regala un’andatura femminilizzata, gli allegri esploratori polari di Vivienne Westwood, il fascino scanzonato dell’uomo Trussardi.