di Eva Desiderio

Roma, 1 novembre 2012 - "Non c'è futuro se non hai una vera storia". La frase di Fulvio Biondi campeggia in bella mostra nella prima boutique di Roy Roger’s aperta domenica 28 ottobre in via Calimala a Firenze. E’ una scritta dipinta in corsivo inglese bianco su fondo di tela denim, e non poteva che essere così vista la storia gloriosa che il patron, scomparso prematuramente quasi due anni fa, ha portato avanti con coraggio, tenacia e passione infinita. Ora il suo lavoro, e il suo messaggio, vengono raccolti con altrettanti valori dalla moglie Patrizia Bacci Biondi e dai figli Niccolò e Guido, il primo amministratore delegato di Manifatture 7 Bell che produce e distribuisce Roy Roger’s, e il secondo direttore creativo di tutte le linee del brand, compresa la lanciatissima Roy Roger’s Rugged che si rifa all’heritage fin dalla fondazione nel 1949 e la raffinata President.

"Con questa prima apertura inauguriamo la strategia retail che ci vedrà presto impegnati anche a Milano, dove prevediamo di aprire tra un anno, e poi Roma e Parigi - racconta Niccolò Biondi - per poi pensare alla Germania, alla Svizzera e agli Stati Uniti, tutti mercati in cui siamo presenti con una solida rete di wholesale. In Italia siamo presenti con 1200 vetrine ma pensiamo sia giunta l’ora di affermare la nostra immagine e il nostro prodotto con boutique che propongono tutta la produzione RR, con interessanti co-branding all’insegna del Made in Italy assoluto".

E’ il caso delle calzature di Cesare Baroli che ha creato per Roy Roger’s una capsule molto esclusiva che punta sulla lavorazione Goodyear anni Sessanta. Ma nello store spiccano anche le borse da lavoro di Filson e i calzini giapponesi in cotone egizio dall’aria hand made di Glen Clyde Life Box, scovati a Tokyo da Guido Biondi che si è diplomato nel 2009 al Polimoda di Firenze e da allora si è tuffato a capofitto nell’azienda di famiglia. "Qui a Firenze ogni venerdì pomeriggio e per tutto il sabato ci sarà in negozio una sarta con la sua inseparabile Singer anni Sessanta - racconta Guido - che prenderà e confezionerà subito l’orlo ai nostri clienti e si occuperà del servizio su misura che, primi al mondo, abbiamo studiato: in otto giorni si passerà dall’aver scelto il denim più raffinato in pezza al capo finito, come pennellato addosso. Con la scelta dei colori per le rifiniture, dei rivetti, dei nastri. La sarta potrà customizzare anche jeans vintage da collezione, sempre col su misura. E ogni capo verrà consegnato a casa su una Rolls Royce".

Tutto, insomma, per raccontare la forza della tradizione del jeans italiano che non è secondo a nessuno in fatto di moda. Ma Roy Roger’s ha fatto il grande passo verso lo sportswear contemporaneo. Sono 550.000 i capi prodotti ogni anno che hanno fatto raggiungere all’azienda presieduta da Patrizia Bacci Biondi un fatturato 2012 di 27 milioni di euro: l’obiettivo è quello di arrivare a collezioni che siano al 50% maschili e al 50% femminili (ora al 30%), verso un ritorno al jeans di qualità e di contenuto moda molto alto "come chiede il mercato straniero che ricerca la storicità del brand" racconta Niccolò Biondi.

In via Calimala 27, a Firenze, anche articoli di pelletteria come belle borse riprese da una cartella d’epoca, scarpe e stivali, bracciali di smalto molto colorati e componibili sul braccio, coperte americane, sciarpe lavate, giubbotti di pelle dal forte sapore vintage, field jacked di pilor lavato imbottite di termore, camicie di chambray e di Oxford, pull di cashmere peso piuma, t-shirt di cotone vissuto stampate con immagini sportive anni Venti. "Voglio che questo negozio che ho progettato con mobili dal mondo del lavoro e rifiniture in legno da uno stock di 18 vecchi tini fine Ottocento - spiega Guido Biondi - diventi uno spazio di vendita di vintage raro e un punto di ricerca per gli addetti ai lavori appassionati della storia del jeans".