Eva Desiderio
LONDRA
Tutto viene dopo le sue canzoni. Anche la moda. Eppure Mika, popstar globale che piace a tutti per simpatia e genialità, è uno dei personaggi più amati dagli stilisti e dai fashionisti. Per la sua carica di moderna eleganza, per quel suo stile mai perfettino eppure impeccabile. Mika col completo di velluto verde, Mika con la giacca di maglia color del mare, Mika che rilancia con forza e gentilezza il papillon.
Che effetto le fa tanta fama?
«La sola idea mi fa paura - sorride il cantante che ha appena lanciato “The Origin of Love”, osannato giudice di X Factor, idolo dei giovanissimi e non solo - Io sono prima di tutto un musicista, è questa la cosa che mi piace più fare. E sono orgoglioso della mia carriera: non voglio sembrare troppo modesto ma quello che faccio è una decisione del cuore non un fatto di business».
Mika, la turba la pressione mediatica e l’ossessione dell’immagine?
«No, non mi turba. Io voglio solo restare me stesso».
Lei piace molto anche per il suo modo di vestire. Come nascono i suoi look?
«E’ vero, tutti mi vogliono vestire. Io però faccio delle scelte. Per X Factor indosso abiti di Moschino, tutti personalizzati però da mia madre Jamie, e quindi fatti solo per me. E ad ogni puntata è come se anche con l’abbigliamento raccontassi una storia. Mi piace molto anche il marchio Valentino, specie per le occasioni di gala, e anche Missoni per il senso del colore».
Pensa di aver già dettato uno stile?
«Spero di sì, perchè la moda passa ma lo stile non tramonta».
Dobbiamo aspettarci presto una collezione firmata Mika?
«No, per ora mi interessa solo la musica. E mi voglio solo concentrare sul prossimo disco, il quarto».
Sua madre dunque è la sua stilista personale?
«Lei in passato ha lavorato come stilista e ha esperienza. Quando lavoriamo non siamo i classici madre e figlio. Tra noi c’è una grande separazione tra lavoro e privato. Ma sono felice che lei realizzi per me i costumi per tutti i miei concerti. Abbiamo un laboratorio a Londra, uno in India e per i vestiti di scena ci serviamo dei costumisti dell’Opera di Pechino».
Però pochi giorni fa a Venezia, Ca’ Giustinian, nell’ambito della Biennale, lei ha lanciato due orologi davvero speciali...
«Sono due orologi d’arte, d’ispirazione pop ma anche afro perchè nel quadrante ho voluto delle maschere tribali, realizzati per la Swatch che nella sua storia ha spesso lavorato coi designer. Io ho 30 anni, gli stessi dell’orologio Swatch, e forse mi hanno scelto anche per questo. Li ho chiamati Kukulakuki e Kukulakuku e fanno parte della collezione speciale Mika 4 Swatch».
Li ha disegnati solo lei?
«No, li ho creati con mia sorella Jasmine, che è un po’ più grande di me, purtroppo per lei - e qui Mika ridicchia scherzoso - Io e lei siamo legatissimi. Con lei lavoro da 11 anni, abbiamo uno studio-atelier a Londra dove ci divertiamo molto con la grafica. Io del resto disegno le mie canzoni!».
E come si fa a disegnare una canzone?
«Ho iniziato a comporre a 13 anni. E anche a disegnare. Il libro delle parole per la mia musica è illustrato. Porto sempre con me questi quaderni. Quando ho finito di scrivere e di disegnare passo tutto a Jasmine che li sviluppa. Costuiamo insieme il mondo virtuale delle mie cover, dei video. E così abbiamo fatto anche per Swatch».